DELLA STORIA ROMANA 353 gono gli Etrusci. Ambiziosi disegni di M. Manlio il salvatore del Campidoglio , che con quell’ azione di coraggio e di valore crasi meritato il soprannome di Capitolino. Egli agogna alla sovranità. Questo patrizio geloso della gloria di Camillo, cui credca superare per la difesa fatta della cittadella che salvò Roma , studiò a vendicarsi della preferenza di cui godeva quel romano nel governo della repubblica. Abbandonato perciò il partito del senato c della nobiltà , lusinga il popolo i cui debiti eransi fatti maggiori per le case dovute da lui ricostruirsi, pagando per quelli che a colpa della loro insolvenza stavano in potere dei creditori a senso delle leggi. L’ ambizione di questo patrizio più che la guerra dei Volsci portò il senato a ricorrere alla dittatura. Vien nominato A. Cornelio Cosso, il quale sceglie per maestro della cavalleria T. Quinzio Capitolino. Intanto il dittatore credendo clic prima di attaccar un senatore del credito e del potere di Manlio , si dovesse cercare di dar col trionfo un maggior peso alla propria autorità, parte per la guerra. Vittoria di Cornelio sui Volsci. Prende il loro campo e ne dà il bottino a’suoi soldati, l’roponevasi il dittatore di recarsi a domare i popoli eli’ erano collegati coi Volsci , ma facendosi mano a mano più pericolosa la condotta di Manlio, viene dal senato richiamato a Roma. Assemblee clandestine di questo patrizio col popolo. Venduto da lui il più importante de’suoi poderi, dichiara che il prezzo è destinato a liberare i cittadini indigenti dall’oppressione de’loro creditori, e dalla tirannia dei patrizii. Aggiunge inoltre tener il senato nascosto 1’ oro che doveva essere pagato ai Galli, il (piale ove si giungesse a scoprire, basterebbe a soddisfare tutti i debiti. Imprigionamento di Manlio per ordine del dittatore. Il popolo prende il lutto, ed intanto soffermato dal timore del supremo potere annesso alla dittatura non osa levar dalle mani dei littori colui cui riguardava a proprio liberatore. Trionfo del dittatore. Egli abdica e allora il popo- lo sciolto dal freno che lo ratteneva, si dà ili preda ad agitamenti e mormorazioni. Giorno e notte esso attornia la prigione di Manlio, sicché dal senato vien questi posto in libertà. Ma la sedizione non per ciò si calma , e i sedi- Tom. IV. a3