SULLA CRONOLOGIA ROMANA 73 recare veruna ingiuria all' esercizio della religione ; e siccome cranvi dei sagrifizii clic i re aveano sempremai celebrati, e in qualche modo inerenti alla sovranità, essi nominarono un re per adempiere le funzioni del culto pubblico (i): ma premurosi ili allontanare tutto ciò che poteva dar ombra alla libertà, non solamente sottomisero questo re al gran pontefice, non solamente gli vietarono di esercitare veruna magistratura , di aringare il popolo in qualunque occasione che fosse, e di comparire nella piazza pubblica, tranne i giorni determinati e precisi in cui ve lo chiamasse la religione, ma lo obbligavano quante volte vi comparisse a fuggire precipitosamente e con romore tosto che fosse terminato il sagrifizio, onde toglier alla vista del popolo lo stesso fantasma di regio potere (2). Questa è quella fuga che i Romani chiamavano regi-fugium, ed è dessa e non l’espulsione dei re cui marcano i fasti al 24 febbraio. Trovasi in Festa (3) che I orrore «li Vcrrio Fiacco, il quale come abbiam detto, credette cotesto regifugium , di cui fanno menzione i fasti al r«4 febbraio, significaré la fuga di Tarquinio, è per tale dimostrato da Cincio nel libro dei fasti e da Giulio nel libro 2.0 delle feste; i quali dicono che in questo giorno i sacerdoti salii, e le salie sacerdotesse accompagnano solennemente il re sagrilicatorc alla pubblica piazza, il qual re dopo avervi offerto il sagrifizio per cui è intervenuto, seri fugge via immediatamente. Quindi questo re compariva in giorno determinato nella pubblica piazza in virtù di antica costumanza religiosa , donde fuggiva per adempiere una condizione e una legge imposta al suo titolo, c questo regifugium non avea alcuna relazione coll’ espul- (1) Dionys. Ili. IV- p. »69. et lib. V. p. ¡>78. Liv'ms lib. II. rap. a. (a) Vlutarch. QuaesU lio/n. p. 279 : Porro a majurilms tradito rii 11 ■inII' comitium 1 ex sacrorum , postquam rem illumini fecit , tuga se se e loro pcorìpit (3) yerbo, Regifugium p-ig. 187. Rigifugium «lies not.itur in fastis V1. Kal. marlias , til dii Verrius, ila iliiitus, quia eo die rex Tarquiniu* Roma ingerii, quoti falsum esse arguii (.in/im in liliro fastnrum et T11I-lius (Julius) de feriis t qui »aliares virgínea et salios adesse dicunl regi s rroruin, cum faat saciilkiuin in cinnillo: quo facto slatini fugil. Tom. IV. 5 *