SULLA CRONOLOGIA ROMANA <)3 suoi affari ricorrere ai ministri della religione, ed attendere che loro piacesse di istruirneli, e regolare la loro condotta. Flavio, segretario di Appio Claudio, mercè il frequente suo conversare coi Pontefici, ebbe Parte di impadronirsi di questo mistero (1), e nell’anno 44[) di Roma ne fece parte al popolo, il quale in guiderdone gli diede l’edilità curule (2). Sino a quest’epoca il calendario non era conosciuto che dai Pontefici, e questo secreto favoreggiò di molto le innovazioni da essi introdotte, alle quali il popolo che non sapeva nè scoprirne le cause, nè provedere agli effetti, non poteva opporsi. Allora tutti i Pontefici erano dell’ordine patrizio : non fu che nell’anno di Roma 453 (3) che alcuni posti del sacerdozio vennero per la legge 0gtibiia comunicati al f>opo!o : prima di questa le^ge i Pontefici addetti per la oro condizione al Senato, aventi gli stessi diritti, le stesse pretensioni e le stesse controversie col popolo alla guisa stessa di quel primario corpo della repubblica , ne assumevano lo spirito e si conducevano colle ispirazioni di lui , di maniera che le novità da essi fatte nel calendario furono concertate col Senato e regolate dietro i suoi principii. La prima di queste novità, benché leggiera in se stessa, fu nondimeno la sorgente di tutti i diritti, cui i Pontefici riuscirono ad attribuirsi. Dacché Servio Tullio avea stabiliti ad ogni nove giorni dei mercati a Roma, siccome i Romani riguardavano le calende di gennaio , primo giorno dell’ anno civile, (1) Cicero prò Murena cap. il. Posse agi lege, nec ne, pauci quondam sciebant : lastos enim vulgo non baliebanl ; erant in magna potenti a qui consulcbautur, a quibus eliam dies, tamquam a Cbaldaeis petebanlur. Invenlus est scriba quidam Cu. Fla\ius,qui cornicum oculos confixerit , et singulis diebus edisctudos faatos populo pro|X)sueril. Idem ad Atùc. lib. V/. episL 1. Plinius lib. XXXIIL cap. l. Valer. Maximum lib. II. cap. 5. n. 2. (2) Uvius lib. IX. cap. 46. Citile jus reposi tu m in penelralibus poutifteum evulgavit , fastosque circa forum in albo proposuit, ut quando lege agi poaiet sciretur. (5) Idem lib. X. cap. 6. et 9.