98 iitTME attuaverso la stóbiA fattura di sigari e sigarette, la risaia, l’oleificio, ultimo l’immenso cantiere Danubius e un’infinità di piccole industrie, le quali pure concorrono ad accrescere la ricchezza di Fiume. Ma specialmente negli ultimi anni il commercio, le industrie fiumane, la navigazione, ìndici sicuri dell’incremento di Fiume, segnarono la linea ascendente. La riannessione della nostra città all’Ungheria, cui era indispensabile uno sbocco diretto al mare Adriatico, dette un nuovo e gagliardo impulso al rifiorire dei commerci e delle industrie fiumane; la qual cosa portò un notevole aumento di popolazione e il miglioramento materiale della città. La quale, mentre si dilatava a destra e a sinistra, nell’interno assumeva un aspetto più signorile, si regolavano le vie, le piazze, si riattavano le case, si abbellivano gli edifizi e se ne costruivano di nuovi. Nell’ultimo tempo anche l’aspetto della città s’è fatto più suntuoso per i grandi edifici e per i bei palazzi che eressero il comune, il governo e i privati, tra i quali eccellono per la mole e la bellezza architettonica il palazzo della Cassa comunale di risparmio (1884), il teatro comunale Giuseppe Verdi (1885), l’edificio della Capitaneria di porto (1885), il palazzo governiale (1890), il palazzo Adria (189C), il Teatro Fenice, i numerosi edifici pubblici, scolastici ed altri. Di questo periodo •— il più alacre, il più febbrile dello sviluppo cittadino — fu anima e mente il podestà Giovanni de Ciotta, il cui nome resterà memorabile per le grandi opere pubbliche da lui compiute durante il lungo e saggio governo della città. (1872-1896). Tali opere sono: la canalizazz'one, la lastricatura, l’abbel-