DEI CALENDARII ROMANI i/|9 Ora ci facciamo a spiegare l’antico calendario romano da noi diviso in cinque colonne. La prima contiene le lettere nundinaii: la seconda accenna i giorni fasti, «e-fasti^ e comiziali/ la terza offre in numeri arabi i giorni successivi dei mesi, giusta la nostra forma di contare; la Suarta divide il mese per calende, none ed idi alla foggia egli antichi Romani, la quinta poi ed ultima comprende le principali loro feste. La prima colonna è formata delle otto lettere A. B. C. D. E. F. G. II, che diconsi nundinaii, le quali senza interruzione si riproducono dal primo sino all’ultimo giorno dell’anno acciò sempre si vegga quella clic accenna in quali giorni dell’ anno doveano tenersi in Roma i pubblici mercati. Questi mercati si chiamavano dai Romani nundinac, e ritornavano di 9 in 9 giorni : i cittadini che soggiornavano alla campagna recavansi in città per informarsi di tutto ciò clic concerneva la disciplina , la religione o il governo: di guisa che se il giorno nundinale di un anno era sotto la lettera A, clic si vede applicata al i. al 9; 17, c 25 gennaio ecc; la lettera del giorno nundinale dell’anno seguente era F, che si trova al 6, 14, c 22 dello stesso mese; perocché la lettera A trovandosi anche al 27 dicembre, se da questo giorno inclusivamcnte si contano 9 lettere, si arriverà al 6 gennaio dell’anno seguente, che porterà F per lettera nundinale, atteso che supponcsi clic il primo di questi due anni non abbia ricevuto intercalazione e la lettela A sia sempre concorsa colle calende di gennaio. Per comprender poi bene le lettere della seconda colonna, é necessario sapere i°. clic presso i Romani non si poteva agire in diritto in qualunque giorno, e non era permesso neppure al Pretore di pronunziare nc’giorni nefasti quelle tre famose parole do, dico, addico, cioè do, ordino, conferisco. Perciò essi li chiamavanofaslos (juious fas esset jurc agere ossia fasti quelli ne’ quali si poteva render giustizia, e nefastos quibus nefas csset, cioè a dire nefasti quelli ne’ quali non era permesso di aringar cause, come ci si fa aperto «la questi «lue versi nc’Fasti d’Ovidio. Ilio nefastus crit per quem tria verba silentur. Fastus crit per quem jure liccbit agi.