118 FIUME ATTRAVERSO LA STORIA zienza più sconfinata ed avevano assistito frementi alle gesta dell’alleanza franco-croata diretta a deprimere in tutti i modi il sentimento d’italianità, a intricare con tutti i mezzi, a ingannare la buona fede della conferenza e l’opinione pubblica degli alleati. Ma quando i francesi varcarono il segno, offendendo ed ingiuriando l’Italia (29 giugno e C luglio), i fiumani non poterono sopportare più oltre il duro sacrifizio dell’atteggiamento passivo e cominciarono a reagire. La reazione fu fulminea. La città si sollevò come un sol uomo contro i francesi che avevano oltraggiato l’Italia. Le conseguenze furono dolorose, funeste. Fiume visse ore tristi. Ma nessuno avrebbe potuto dar torto ai fiumani senza dar torto agli uomini in genere quando essi difendono la propria dignità ed il più puro dei sentimenti. Tuttavia la conferenza della pace volle stabilire le responsabilità, affidando al generale italiano di Robilant, al francese Naulin, all’inglese Watts e all’americano Summeral l’incarico di fare un’inchiesta sugli incidenti di Fiume. Intanto i croati avevano tentato un nuovo colpo contro l’unione di Fiume all’Italia. Il ministro serbo Pasic aveva comunicato al presidente Wilson il risultato di un plebiscito, assertivamente fatto a Fiume, per iniziativa privata del partito jugoslavo, secondo il quale la maggioranza dei cittadini aveva votato per l’unione alla Jugoslavia. A questo preteso plebiscito il Consiglio Nazionale dapprima (3 luglio), poscia il delegato Ossoinack (5 luglio) contrapposero una recisa smentita che è in pari tempo una luminosa affermazione della volontà e del diritto italico di Fiume,