DELLA STORIA ROMANA vengono uccisi per ordine del senato nella pubblica piazza a titolo di pariglia pel macello da essi tatto dei Romani nella pubblica piazza di Tarquinia. Alleanza tra i Sanniti , cui siffatti avvenimenti aveano indotto a domandar T amicizia dei Romani. Miseria del popolo. La riduzione dell’ usura sul danaro anzi che sollevare il popolo eccitò i creditori a chiedere il rimborso del capitale, di guisa che i debitori , non essendo più in istato di pagar- lo , non evitarono meno i ferri. Il popolo più sensibile ai propri mali che all’ interesse dell’ ordine plebeo, prese poca briga nelle elezioni, e il consolato rimase ai patrizii. Consoli: C. Sulpizio Petico IV, M. Valerio Popli-cola II, entrano in carica il 23 aprile romano 401 5 6 aprile giuliano 353 av. G. C. VENTESIMOSETTIMO DITTATORE T. MANLIO IMPERIOSO TORQUATO. 354.-353. Continuazione della guerra dei Tarquinati. Essi sono sostenuti dagli abitanti di Cere , antichi loro alleati. I Volsci con urroste già bella e pronta, minacciano i Latini. Il console Sulpizio, opposto ai Tarquinati viene in cognizione che questi entrati nel territorio romano presso le Saline , aveano deposto il bottino a Cere c che aveavi nel loro esercito giovani Ceriti non che Falisci. Dittatura di T. Manlio per portar la guerra a Cere. Egli scelse a maestro dei cavalieri A. Cornelio Cosso Arvina. Assoggettamento dei Ceriti. Questa nazione avea ben meritato dalla repubblica all’ epoca della presa di Roma. Il senato accorda ad essa cent’ anni di tregua. Guerra contro i Falisci. Essi non ardiscono tener la campagna , e le lor terre sono devastate. Ricondotte a Rema le legioni tutti i cittadini sono impiegati nel rimanente dell’ anno a restaurare le mura della città. Dedicazione del tempio d’Apollo. Ridestamento delle turbolenze sulla fine