86 PIUME ATTUA VERSO LA STORIA nei commerci e nelle industrie. Fu, scrisse il contemporaneo Giacich, un’invasione nemica. Ma guardiamo da vicino i momenti più salienti di questa lotta tenace, eroica che Fiume sostenne contro l’invasore. Appena le sconfitte di Solferino e di S. Martino fecero rallentare i freni della servitù assolutistica, si sentirono a Fiume le prime proteste popolari contro i croati e la domanda per l’autonomia della città e per la diretta congiunzione con l’Ungheria. Il Consiglio dei Dieci si mise alla testa del movimento anticroato. Questo Consiglio presentò ricorso all’imperatore, dichiarando che « Fiume non si era mai considerata parte integrante della Croazia e desiderava non avere con essa alcun vincolo politico ». Intanto i croati avevano deciso d’introdurre nelle scuole e negli uffici comunali la lingua croata. Quando giunse a Fiume la notizia di questa violazione dei più sacri suoi diritti e di quelle forme politiche e snazionalizzatrici che si volevano imporre a forza, le proteste popolari presero un carattere violento. 11 Consiglio dei Dieci ricorse (31 gennaio 1861) di nuovo all’imperatore a nome di Fiume «aggredita e minacciata nei suoi diritti e nelle basi della suu esistenza dalle inforniate aspirazioni dei croati». La protesta è una decisa affermazione della nazionalità italiana di Fiume; è insieme una dichiarazione che la volontà di unione all’Ungheria era condizionata dalla richiesta che il carattere italiano e le tradizionali istituzioni autonome italiane fossero rispettate. Fu eletto un nuovo Consiglio municipale di 52