DELLA STORIA ROMANA 38y sua autorità, conferendo il consolato ai patrizii ; ma uscì di dittatura senza avervi potuto riuscire. Interregno. Il popolo riconoscente peli’ esonero conseguito di fresco sui debiti, acconsente sotto gli interré alla grazia da esso ricusata al dittatore. Consoli: G. Sulpizio Petico V, T. Quinzio Tenno Cincinnato , entrano in posto il 28 giugno romano 4°3 , 5 luglio giuliano 351. VENTESIMONONO DITTATORE M. FABIO AMBUSTO. 352.- 351. L’estinzione dei debiti, e delle turbolenze da essi occasionate portò i pontefici a prolungare mercè un’intercalazione quest’anno. Secondo Tito Livio, v’ ebbero due interré. In tal guisa il rinnovamento del consolato die cadeva nel 18 giugno montò al 28 dello stesso mese. La guerra dei Tarquinati e dei F’alisci viene affidata respettivamente ai due consoli, e spinta col massimo vigore. Si devastano le terre di questi popoli, i quali nè ardiscono di uscire, nè di accettar la battaglia. Essi si sottomettono. 11 senato accorda loro quarantanni di tregua. Terminato 1’ aliare dei debiti, e molti beni-fondi trasfusi nei nuovi padroni , viene determinato di fare il censo» Comizii per 1’ elezione dei censori. C. Marzio, plebeo, il primo che avea fatto introdurre la dittatura nell’ ordine del popolo, vuol pure introdurvi la censura e la chiede. Malgrado la resistenza dei due consoli , entrambi patrizii , viene egli dal popolo nominato censore insieme con Gii. Manlio. Yentesimosecondo Lustro. La progressione dei Lustri susseguenti obbliga a collocare a quest’anno il aa.° Dittatura per presedere ai comizii consolari e conservare ai patrizii il consolato. M. Fabio Am-busto è nominato dittatore, e scelge Q. Servilio Aliala per maestro dei cavalieri. Il dittatore non s’ ebbe miglior