47® COMPENDIO CRONOLOGICO to, allontanò tutti i cittadini che potevano cadérgli in sospetto; quindi egli vi era di già giunto, lorehè il console Valerio Levino condusse l’armata romana (Zonara). Giusta lo stesso autore Levino parti subito dopo la sua nomina di console. Ora siccome Pirro arrivò colà al principio di primavera . la nomina di Levino al consolato ricorre dunque alla metà di questa stagione, come fu da noi fatto nella nostra Tavola. Tib. Coruncanio di lui collega è incaricato della guerra degli Etrusci, e a L. Emilio si conferisce il proconsolato per tenere a freno la Lucania ed i paesi vicini. Vantaggi riportati da Coruncanio su parecchi popoli dell’ Etruria; essi domandano la pace. Il console accorda loro la rinnovazione dell’ antica alleanza. Fine della guerra degli Etrusci. Battaglia ad Eraclea nella Campania tra Valerio Levino ed il re Pirro. I Romani che non aveano mai veduto elefanti, si volgono in fuga. Plinio (1. Vili c. 6), dice clic la prima volta in che nell’ Italia si fossero veduti di quegli animali fu l'anno di Roma alla guerra di Pirro; esso corrisponde all’anno Varroniano 474- Gh scrittori da cui Plinio trasse questa data o aveano soppresso due consolati , o ritardato di due anni la fondazione di Roma. Levino si ritira nell’Apulia. La folgore incenerisce trenta-quattro de’ suoi soldati eh’ eransi portati a foraggiare. (Oroso 1. IV c. i.) Questa sciagura fu riguardata come effetto della collera degli Dei ; ma non essendo intercalare P anno vegnente, i pontefici non poterono accorciare il consolato di Levino. Si manda a questo console un rinforzo di due legioni. Pirro, formato il disegno d’ impadronirsi di Capua e di Napoli viene prevenuto da Levino mercé una marcia sforzata : il re prende allora la via di Roma. Viene richiamato il proconsole Emilio, il quale trionfa sui Tarantini, i Sanniti ed i Salentini , il 6 degli Idi (io) di luglio romano di quest’ anno 474 (Fasti Capital.), 4 luglio giuliano dell’anno a8o av. G. C. Tib. Coruncanio, terminata la guerra d'Etruria, insegue Pirro, lo scontra a Preneste lungi venti miglia da Roma, e arresta i suoi progressi. Egli vedendosi stretto in mezzo a due armate consolari si ritira nella Campania. I Romani mandano ambasciatori a Pirro per