I Sacerdoti Augustali - Ordinamento amministrativo 19 venendo da Aquileia, continuava fino a Senia (oggi Segna), ove si diramava, volgendo da un lato verso Siscia (Sissek) e scendendo dall’altro giù giù fino a Scar-dona, capoluogo della provincia « Liburnia e Dalmazia ». Sappiamo che le strade erano a quel tempo animatissime: vi passavano i mercanti provenienti dalle terre più lontane, dove si recavano ad acquistare gli oggetti richiesti a Roma; e come dalla Pannonia giungevano l’oro, l’argento, la lana, dai Carpazi il ghiaccio, così dalla Liburnia veniva l’ambra gialla, non bastando al consumo quella della costa orientale dell’Adriatico; e le galee, che ancoravano quale avanguardia romana nel rifugio di Pola, erano in continue relazioni commerciali con le genti della Liburnia. Ma l’importanza del nodo stradale di Tarsatica viene d’altronde comprovata dai Sacerdoti Augustali, che formavano un ordine di sacerdoti nei municipi, stabiliti da Augusto, i quali compivano i riti religiosi nel culto di quei Lari e Penati, i cui idoli ergevansi, per comando dello stesso Augusto, al punto d’incrocio di due e più strade. Le due lapidi murate un tempo all’esterno del Duomo — le quali recavano il nome dei duumviri Vettidio e Vettidiano — ci parlano chiaramente dell’ordinamento amministrativo della nostra colonia, la quale, insieme alle altre tredici della Liburnia Romana, si costituirono a municipi (Libumorum Civitates). I municipi formavano altrettante repubbliche, affatto autonome e affidanti le cariche a membri eletti dal popolo, che era, non solo di parola, ma in fatto, sovrano. Il consiglio della città era formato da 100 decurioni o