CliONOLOGIA STORICA Je’ {¿alibisi. 1 missionarii ricominciarono quindi i loro lavori sovr’ un altro piano. Scelsero sei capi di famiglia clic porgevano le migliori speranze, ed uno de’ quali, capo del carbeto chiamato Toutappo, avea avuto stretti legami col fu padre La Mousse. Ma uno di quest’ individui eh’ era piato avea due mogli, un altro ne avea tre, ciò che presentava un ostacolo ancora più grande. 1 missionarii, senza osar parlare sulle prime contra la pluralità delle mogli, inculcavano loro la verità della religione cattolica, le pene dell’ inferno, le gioie del cielo. Poscia spiegarono ad essi la legge divina concernente il matrimonio. Dopo qualche tempo dichiararono di riconoscere il Tamoussi (Dio), siccome unico oggetto di adorazione, ed essere pronti ad abbracciare il Vangelo ed a seguire i consigli del baba (padre). Fecero questa dichiarazione in presenza di tutto il carbeto, e consentirono di recarsi a Caicnna per esservi battezzali. I missionarii condussero colà i loro proseliti in numero di venti individui, e scelsero le feste di Natale per questa ceremonia, la quale ebbe pertanto luogo il giorno di santo Stefano, 1710, in presenza di un numero grande di coloni attirati dalla novità di quello spettacolo. II governatore d’Orvilliers fu il padrino di Toutappo, e de Granvai luogotenente del re e gli altri principali officiali accettarono in qualità di figliocci gli altri convertiti. Tre giovani francesi aprivano la marcia, l’uno de’quali portava la croce, seguito da uno dei due missionarii in cotta; seguivano quattro piccoli indiani a due a due colle mani giunte, e poscia gl’ indiani collo stesso ordine. L’ altro missionario egualmente in cotta chiudeva la marcia. Fecero con quest’ordine il giro della piazza, ed entrati nella chiesa, i catecumeni furono disposti gli uomini alla destra e le femmine alla sinistra, e la ceremonia del battesimo fu eseguita dii padre curalo. Fu poscia cautato il Te Deum allo strepito dell’ artiglieria della piazza. Per tulio il tempo in cui gl’ indiani dimorarono a Ca-ienna, la preghiera si faceva sera e mattina nel loro idioma, ed i piccoli indiani cantavano ad intervalli i cantici cui i missionarii aveano composto nella loro lingua. Il rimanente degl’indiani dello stesso carbeto, in numero di quaranta, instrniti di questa ceremonia e dei pie-