La campagna di Ottaviano, la colonia di Tarsatica 15 nuti più arditi ed aggressivi per la lontananza del triumviro occupato nella guerra siciliana. I giapidi, che erano ritornati ima seconda volta a devastare Trieste, furono inseguiti fino nella città di Metullo, che, cinta d’assedio, fu, dagli stessi giapidi, data alle fiamme e convertita in un mucchio di fumanti rovine; gli altri giapidi si arresero a Roma. In memoria della loro disfatta, operata da Giulio Cesare Augusto, le nostre Alpi presero, a quel che si crede, il nome di Giidie. Ai liburni, che si erano dati nuovamente alla pirateria, furono tolte le navi e anch’essi vennero definitivamente soggiogati alla signoria romana (33 a. Cr.) Questa data ha un valore particolare per la nostra storia, poich’è in quel torno di tempo che dobbiamo cercare la fondazione della colonia militare di Tarsatica. Sappiamo che Cesare Augusto, conoscendo l’importanza strategica delle opere di difesa, prese a rifabbricare le mura, le torri, a costruirne di nuove, ad ampliare le colonie esistenti (Tergeste, Pietas Julia), a fondarne di nuove, popolandole con le solite compagnie di soldati veterani, e più spesso con famiglie di cittadini che si levavano da Roma e si trasportavano dove occorreva e dove voleva il Senato. Così si compiva lentamente ma progressivamente la romanizzazione del-l’istria, della Liburnia e della colonia di Tarsatica; ed avrà giovato immensamente alla romanizzazione della nostra colonia il fatto che nel 27 a. Cr. il confine dell’Italia civile fu portato all’Arsa. A Tarsatica seguì quello che era avvenuto nelle altre colonie: gli indigeni presero affetto ai coloni, coi