DELL’ AMERICA 567 quest’officiale disposta al confluente del Cano un’imboscata di dieci spagnuoli e dieci arcieri indiani, aprì un fuoco così bene diretto contra la prima lancia che di dieci uomini che la montavano, nove furono uccisi e l’altro si ritrasse nella città. 11 comandante inglese, dispiacente di quest’infortunio, armò altre tre lancie, sulle quali imbarcò una forza più considerevole, per esplorare le sponde dell’ Oro-noco sino al confluente del Guarico, che vi si scarica al pueblo di Cabrata, cendieci leghe all’ ovest della città di Guiana. Quest’esplorazione durò oltre aventi giorni, ne’quali gl’inglesi scandagliarono il fiume in varii siti, annodarono relazioni colle tribù caraibe che abitavano sulle sue sponde, e le indussero, mediante donativi, ad uccidere gli spagnuoli per impadronirsi poscia essi medesimi del paese. Al ritorno dalla spedizione di Guarico, gl’inglesi si disponevano a prendere formalmente possesso della Guiana, quando gli alcaldi risolvettero di mettervi ostacolo ; al qual uopo tennero consiglio coi capi indiani della camar-ca, i quali misero a loro disposizione sessanta arcieri che dovevano, col favor della notte, introdursi nella città insieme a ventitré spagnuoli, per appiccare il fuoco alle case occupate dagl’inglesi, e soprattutto al corpo di guardia, ov’erano acquartierate le principali loro forze. Vi penetrarono in fatto nel mezzo della notte, ma non poterono riuscire ad incendiare i tetti delle case, cui una forte pioggia avea impregnati d’acqua. Allo spuntare del giorno fecero piovere una grandine di palle e di freccie sugl’inglesi e non si ritrassero che dopo d’avere esaurito le loro munizioni; ma il loro progetto era fallito. Gl’inglesi erano da ventisei giorni padroni della Guiana, e trovandosi gli spagnuoli nell’ impossibilità di scacciameli, spedirono quattro soldati portatori di una lettera all’udienza regale di Santa Fè, nella quale chiedevano truppe, munizioni e vestiti; e pregavano pure quel tribunale di eleggere un officiale per governarli, e d’indirizzar loro alcuni preti, perchè non ne restava che un solo, fra Giovanni de Moya guardiano del convento di San Francesco. Avendo il presidente dell’udienza, don Giovanni de Broja, ricevuta questa lettera nel 9 aprile, si