Piume - Piraterie - Il 'patriarca di Aquileia 31 una nuova città, la quale, cresciuta con gli anni di abitanti e di case, prese nome dal piccolo fiume che le scorre vicino e si chiamò Fiume. Ma non dobbiamo credere che la città risorgesse in un paio d’anni, nè in pochi decenni; ci volle del tempo molto tempo, quasi due secoli, perchè Fiume avesse le sue mura, le sue case, le sue contrade e quanto le occorreva. La causa principale di questo suo lento rinascere va ascritta alle piraterie dei croati e dei narentani (chiamati così perchè abitavano intorno al fiume Narenta), che, dalla seconda metà del secolo nono sino alla fine del secolo decimo, infestavano il Mare Adriatico, minacciando i commerci e le città dell’Istria, tanto che ora l’una ora l’altra città fu posta a ruba e a sacco, anzi Rovigno fu da loro presso che distrutta. Venezia, minacciata nel suo commercio, raccolse tutte le sue forze, distrusse i nidi dei croati e dei narentani, liberando dalle piraterie l’Adriatico. Con la vittoria di Venezia e col cessare dei ladronecci marittimi la nostra città comincia a ridestarsi a nuova vita, a riprendere i commerci, a ordinare la vita cittadina. Quale sia stato al suo apparire l’aspetto, l’estensione, il governo della città non lo sappiamo; ma la città risorta avrà avuto qualche importanza se, dopo che gli abitanti si convertirono al cristianesimo e presero a protettore San Vito (ecco perchè la nostra città si chiamava anche Terra di Fiume di San Vito), Fiume per liberalità di Corrado I imperatore di Germania perveniva nel 1028 in possesso dei patriarchi d’Aquileia. Per meglio spiegare come Fiume appartenesse al