18 FltJME ATTRAVERSO LA STORIA nelle altre città murate, l’Arco sia stato la porta di città ed abbia in pari tempo servito a decorare, come l’arco di Riccardo di Trieste, la via che scendeva dal Foro, alla quale mettevano capo le strade che venivano dall’Istria e dalla Liburnia.. Era naturale che la colonia .venisse costruita sul disegno di quelle della madrepatria e, dovendo essere baluardo contro invasioni barbariche, fosse cinta di grosse mura sormontate di torri e di bastioni. Tarsa-tica, alla quale i geografi assegnano una popolazione abbastanza numerosa, avrà avuto edifici pubblici e privati, essendo costume delle colonie di far così dappertutto. La ròcca, il tempio dedicato ad Angusto e gli edifizi per i magistrati formavano la parte più elevata della città, il Campidoglio, che doveva essere la parte più bella di Tarsatica. Ed era naturale che la città avesse edifizi costruiti sul modello di quelli della madrepatria e chiamati così, poiché la colonia veniva da Roma; quelli di Tarsatica certamente non potevano pareggiare i sontuosissimi di Roma, nondimeno, se anche semplici e rozzi, ce ne saranno stati anche qui. Nella Curia si amministrava la giustizia, nel Foro, ch’era il luogo più animato della colonia, si comperavano e si vendevano le merci. Nè sarà mancata la Necropoli, ossia il cimitero, del quale ci forniscono prove abbondanti i sarcofaghi, le urne cinerarie, le ampolle lacrimatorie e gli altri oggetti romani venuti alla luce nel 1850. La nostra colonia dovette essere una stazione di certa importanza commerciale sulla grande strada che,