112 Piume attraverso la storta coprendoli di fiori e di bandiere e di baci. Nessuno potrà dimenticare mai il fremito che corse la moltitudine nel vedere i soldati liberatori. «Soldati d'Italia, fratelli nostri, siate benedetti! » si gridava da ogni lato. Ma non si gridava, si piangeva; Tutti ci sentimmo come presi alla gola dalla commozione profonda, dalla gioia intima di vedere tra noi i soldati d’Italia, i nostri soldati. Fiume volle riaffermare anche una volta la sua fede, volle riconsacrare il suo amore in Campidoglio, ove il sindaco Antonio Vio fece sacramento a Roma eterna, ripetendo il fatidico grido di Fiume nostra: o Italia o morte!. Il 7 dicembre il Consiglio Nazionale si costituiva in ente politico indipendente con pieni poteri statali, assumendo il governo della città, del porto e del distretto di Fiume, fino alla sanzione del plebiscito che proclamava l’unione allTtalia. Tale deliberazione fu comunicata ai governi dell’Intesa. Avvenuta la costituzione di Fiume in Stato indipendente, il Consiglio Nazionale, formato da 275 membri, assunse l’amministrazione degli uffici che fino al 29 ottobre 1918 dipendevano dal governo ungarico. A capo del Consiglio Nazionale sta il Comitato direttivo che, eletto dal primo, funge da governo della città. Il Direttivo conta 27 membri, compreso il presidente e un vicepresidente. L’amministrazione degli affari del governo è tenuta da 11 delegati che, eletti dal Direttivo, sono in pari tempo membri del Comitato stesso. I delegati sono distribuiti come segue: agli affari interni, alla pubblica istruzione, alla giustizia, alla beneficenza