Il porto/ranco - L'omaggio 07 questo momento decisivo; e l’imperatore, esaminata ogni cosa, proclamò due porli franchi a un tempo : Trieste e F'ume. La patente che dichiarava « franco » il nostro porto diceva ch’erano esenti da dogana e da qualsiasi altra gabella l’entrata e l’uscita dal porto, il trasbordo delle merci da nave a nave e il depositarle nei magazzini; e per allettare gli stranieri a venirvi a dimorare, la patente accordava molti privilegi ai commercianti. Gli effetti delle franchigie si manifestarono in breve. H desiderio di arricchire traeva qui dall'interno e dall’estero molti commercianti che, fomiti d’esperienze, dettero un bell’impulso ai commerci fiumani; sì che i bastimenti si moltiplicavano, il commercio si rialzava, il movimento si animava, la città cresceva di abitanti e di case, s’ingrandiva, si arricchiva. Nel 1722, per opera di Carlo VI, Fiume ebbe il lazzaretto e nello stesso anno la nostra città veniva allacciata all’Ungheria mediante la via Carolina. Fiume doveva il suo prosperamento alle saggio iniziative di Carlo VI, il quale, venuto nel 1728 a ricevere in persona l’omaggio della città, rianimò le speranze dei fiumani, che lo accolsero con splendide dimosteazioni di festa. L’imperatore, accettato l’omaggio al castello, confermò i privilegi e gli statuti del comune; diede poi in sèguito nuovi provvedimenti per migliorare il nostro commercio; onde la città ne scolpì l’imagine sul frontale della Torre Civica, accanto al busto di Leopoldo I. Un fatto importante, atto a convalidare la speciale posizione giuridica della città di Fiume, si è che nell’anno 1720 Carlo VI invitava espressamente i giudici