lOt FIUME ATTRAVERSO LA STORIA sacrato il vincolo indissolubile che lega Piume all’Italia: la nostra città si rese per merito dei suoi figli degna figlia d’Italia (*)• Durante questi quattro anni innumerevoli furono le violenze tentate dal governo ungherese per infrangere il nostro municipio, per snazionalizzare le nostre scuole, per intaccare il carattere italiano delle nostri istituzioni, per cancellare la nostra lingua. Ma special-mente gli ultimi anni Fiume visse giorni di dolore e di terrore: cittadini, uomini e donne, incarcerati ed esiliati; i regnicoli che abitavano a Fiume portati in lontana terra straniera, percossi a sangue, fatti morire a decine, a centinaia; sciolta 1’« Associazione Autonoma», il «Circolo letterario », la « Biblioteca popolare Alessandro Manzoni», 1’«Università popolare»; la stampa imbavagliata; le nostre povere donne offese, malmenate dalla poliziottaglia; màgiarizzati le vie, le piazze, le scuole, le chiese, i teatri, il municipio; e da ultimo imposta con la violenza la polizia di Stato. Questi tre anni furono i più nefasti nella storia della nostra città. Ma anche nell’ora del dolore, anche nell’angoscia della morte, Fiume, sorretta da fede immutata nei suoi destini, vegliava e sperava: era il culto per la madre antica, era l’amore per l’Italia che viveva noli’animo nostro; e mentre gli edifici del governo ostentavano nelle bandiere ungheresi e croate il tripudio della vittoria, il cuore dei fiumani sanguinava. E col disastro di Caporetto cominciò il martirio dei nostri prigionieri: 1) Fiume ricorda con affetto e gratitudine i suoi valorosi figli Mario Anghebeni, Ipparco Baccicli c Annibale Nofcri, caduti santamente per la Patria.