108 FIUME ATTRAVERSO LA STORIA dello genti, proclamato dal presidente Wilson, voleva essere arbitra dei propri destini e, come per il passato, volova restare anche nell’avvenire italiana. Questa dichiarazione, che è considerata come il punto di partenza, anzi la sola direttiva della nostra linea di condotta, ebbe importanza decisiva, poich’è a questo principio che s’informò il nostro atteggiamento e la nostra aziono politica. Il giorno 29 ottobre, il governatore ungherese, la polizia dello Stato e le altre autorità statali abbandonavano la nostra città. Nessuno seppe spiegarsi al primo momento le ragioni della improvvisa partenza delle autorità ungheresi; soltanto dopo qualche giorno si seppe che la monarchia austro-ungarica, vinta dal nostro esercito a Vittorio Veneto, era caduta. Il governo di Zagabria aveva, intanto, affidato a Riccardo Lenac l’incarico di prendere e tenere, come conte supremo di Fiume, il governo della città. Soldati croati, entrati in città, occuparono gli uffici dello Stato, s’insediarono nel palazzo del governatore, sul quale inalberarono la bandiera croata. Fiume ricadde così, por la prima volta dopo il 1867, in mano dei croati. Il governo di Zagabria, senza alcun rispetto delle nostre avite tradizioni nazionali, dichiarò Fiume possesso croato e, appoggiato sulla forza delle baionette, impose la resa. Alla pretesa dei croati che, per intimorire la città suscitarono il' terrore, Fiume rispose da prima con una vera festa di tricolori italiani che fiorirono per ogni dove. 11 giorno seguente, 30 ottobre 1918, il Consiglio nazionale, che si era già costituito, chiamando alla presi-