/fi8	CRONOLOGIA STORICA
    Giusta un prospelto compilato dal governatore di Demerary, la popolazione di questa provincia nel 1815 montava a settantasettemilatrentuno individui; di cui duemila-ottocenscttantuno bianchi, duemilanovecentottanta individui di colore e settantunmilacentottanta schiavi (i).
    Le razze miste sono: i.° i meticci, provenienti da un bianco e da una mulatta; n.° i mulatti, da un bianco e da una negra; 3.° i sambi da un mulatto e da una negra.
    Negri. 1 negri sono, come a Surinam, puniti colla frusta. La legge non permette di amministrarne che trentanove colpi, eccettuato il caso di delitto capitale. Uno schiavo negro ch’avea ucciso il proprio padrone era condannato al rab rack, supplizio orribile, simile a quello della ruota.
    Cinquanta negri appartengono alla colonia in generale, e sono impiegati nel mantenimento e nella politura delle strade, degli edifizi e dei canali, nel quale lavoro sono pure occupati i condannati soggetti ai ceppi (2).
    Boode proprietario delle sponde del Demerary trova-vasi nel 1796 padrone di quasi duemila schiavi. La di lui rendita era valutata a cinquantamila lire di steriini (un milione ducencinquantamila franchi) Panno (3).
    La compagnia olandese somministrava i negri d’Africa ad un prezzo che non eccedeva cinquecento franchi ciascheduno (4).
    La carica di femme de charge 0 mistress (donna di governo) è affidata a femmine negre, mulatte 0 meticcie che si comperano a cento od a ecncinquanta lire di steriini. Queste donne adempiono a tutti i doveri di una padrona di casa, ma non compariscono mai a tavola; stravaganti nel loro vestito, sono però di un attaccamento inviolabile. I fanciulli di colore che provengono da queste unioni sono emancipati e dai genitori che ne posseggono i mezzi spediti in Inghilterra, ove studiano pel corso di tre in quattro
      (>) Veggansi i vocaboli Popolazione ed Indiani alla fine dell’articolo Berbice.
      (2)	Bolingbroke; Voy age, ecc.; cap. 3 e 5.
      (3)	Pinrkard, Notes on thè West-Indies, ecc., lettera 32.
      (4)	Bolingbroke, Voyage, ecc., cap. 6.