DELL’ AMERICA 575 canali dell’ Oronoco dal capitano Giovanni Miguel di razza negra (morena), a cui era stato dato il titolo di capitano doblador (i). Egualmente in quell’anno i735 i caraibi, ripigliando le loro corse ostili, assalirono e ridussero in cenere la colonia di San Giuseppe degli otomacos; e quantunque si perdessero pochi catecumeni, il danno fu non pertanto estremamente considerevole, perchè ritiratisi quei catecumeni coi missionarii in luogo di sicurezza, i caraibi ruinarono da cima a fondo le case, schiantarono gli alberi fruttiferi, e bruciarono le cave ove si conservavano i grani; colpo fatale che fece quasi bandire per sempre le missioni dall’Oronoco. Ma il padre Rernardo Rotella vi rimediò, recandosi in traccia di provvigioni in luoghi rimoti da quel fiume, e non risparmiando nè fatica nè spesa per soccorrere ai catecumeni e per impedir loro di ritirarsi. Questo religioso ritornò estremamente stanco, essendo vissuto soltanto del pesce che avea potuto rinvenire; ed in luogo della riconoscenza che meritava, fu tacciato d’aver intrapreso quel viaggio con mire diverse, ciò eli’ ebbe a nuocere alla di lui riputazione; ma essendo stata, dietro la dichiarazione di testimonii oculari, giuridicamente giustificata la di lui condotta a Santa Fè ed a Caracas, gli fu data la soddisfazione che gli era dovuta e la colonia gli rese la sua stima. Avrebbe questo religioso sopportato le sue pene con pazienza se fosse venuto a capo del suo disegno; ma era venuto il tempo di soffrire, e non trovò neppur mais: tanto quei popoli erano miserabili ! in guisa che se un onesto uomo del vicinato, chiamato Michelangelo, non avesse venduto al padre Rotella qualche piccola quantità di cassava, specie di pane fatto di radici, gli abitanti sarebbero stati ridotti all’ultima estremità. La provvigione non poteva però durare lungamente, ed i missionarii e gl’indiani vi supplirono, trovato avendo un altro mezzo di sussistere fino al nuovo raccolto; aumentando, cioè, il numero de’pescatori, e facilitando la pesca, acciocché il pesce potesse tener luogo a quegl’infelici di pane e di carne; e si convinsero così (1) Caulin, lib. Ili, cap. 26.