DEI CONCIO 467 pregiudizio nel corso di quest1 appellazione. Gregorio non acconsentì punto a questo appello. L’anno stesso Benedetto XIII, dà una bolla in cui scomunica tutti coltiro di qualunque siasi condizione, anche re e principi clic ricusano il mezzo della conferenza per riunire la Chiesa; tutti quelli che approvano la via della cessione, tutti quelli che non pensano come lui ecc. Questa bolla fu condannata a Parigi e lacerata come vulnerante la Fede, sediziosa, e ingiuriosa alla maestà regale ; e dichiara scismatico, tcstereccio, ed anche eretico, perturbatore della pace, e dell’ unione della Chiesa Pier di Luna. Egli non più dee chiamarsi Benedetto, aggiun-gesi, nè papa, nè cardinale, e nessuno deve ubbidirgli sotto pena di venir dichiarato fautore dello scisma ecc. Così pronunciò il dottore Giovanni Courtecuisse in nome dell’Università il 21 maggio 1408, alla presenza del re, dei principi ecc. 1408. Beniense , il 28 aprile, dall’arcivescovo Guido di Roye, e undici de’suoi suffraganei. Il dottore Giovanni Gerson ne fece l’aprimento con un eloquente preloquio intorno i doveri dell’ episcopato. Dopo questo discorso che si trova nella seconda parte delle sue opere, tracciansi i mezzi di riparare ai disordini causati dallo scisma, e re-pristinare la disciplina (Arduino Conc. T. VII. Gali. Chrlst. Tom. VII.). 1408. Londinense, il 23 luglio, da Francesco Ugu-zione arcivescovo di Bordeaux e cardinale. Questo prelato persuase al clero d’Inghilterra, di Scozia, e d’Irlanda a sottrarsi all’ubbidienza di Gregorio XII, per unirsi ai cardinali che aveano radunato il Concilio di Pisa (Wil-kins T. III.). 1408. Parisicnse XLVI, terzo nazionale, tenuto a Parigi dall’ 11 agosto sino al 5 novembre. Si fecero di bellissimi regolamenti sulla maniera con cui dovea governarsi la Chiesa Gallicana, durante la neutralità. La più parte degli affari viene rimessa ai Concilii provinciali, nei quali si riconosce il potere di definirli, come li defini-