DEI CONCILI 235 forte disputa sulla parola Filiotjue, cantato nel simbolo dalle Chiese di Francia e di Spagna, non essendolo altrimenti in Roma. Il papa avrebbe desiderato si fosse osservata dappertutto la stessa riserva, ma però non condannava colorp che cantavano Filioquc. Egli confessava pure che questa parola spiegava la vera Fede, rigettando però i Concilii che aveano proibito di aggiungere nulla ai simbolo. Egli fece di più;, per dimostrare il suo attaccamento all’ antichità e per non offendere la delicatezza de’ Greci, egli fece appendere nella basilica di san Pietro due tavole d’argento, sur una delle quali era inciso in greco il simbolo, e sull’altra lo stesso simbolo in latino, ma tutti due senza l’addizione Filioqne. 812. Constantinopolitanum, il primo novembre. L’imperatore Michel Curopalate adunò questo Concilio per deliberare sulle offerte che facevano i Bulgari di accordargli la pace, a condizione di restituire i desertori di loro nazione. I pareri furono divisi. L’imperatore e. il patriarca erano per la pace. San Teodoro Studita con parecchi ‘ ' ' ralse il suo partito. 813. A relátense, il 10 maggio, Remense, alla metà di maggio, Moguntiaeum, il 9 giugno, Cabilonense e Turonense; cinque Concilii tenuti d’ordine di Carloma-gno per correggere gli abusi, e ristabilire la disciplina ecclesiastica. Si composero gran numero di canoni. In quello di Tours si avvertirono i vescovi di fare in guisa che ciascun prete avesse sotto gli occhi le Omelie dei Padri tradotte in lingua romana rustica, 0 in lingua tco-tisca; lo che prova che la latina avea già cessato di esser lingua volgare. Nel 3o.° canone di quello di Chàlons è vietato di sciogliere i matrimoni tra i servi, benché appartenenti a padroni diversi, ove però siensi maritati col loro consenso e secondo le leggi. 813. Ac/uisgranense, nel mese di settembre. Carlo-magno fa leggere in numerosa assemblea tutti i canoni dei cinque precedenti Concilii, e pubblicare un capitolare (Teofane