DEI CONCILI 387 dell’incarnazione, proibito di più adoperare negli atti come usavasi per l’innanzi gli attui dei re di Francia. Tut-tavolta vedesi ancora nel 1184 una convenzione del re d’ Arragona col conte di Tolosa colla data del regno di Filippo Augusto, tanto quell’usanza al dir di De-Marca era profondamente impressa nelle menti (Mabillon Dipi. 1. 2. c. 23. Marca Hispan. 1. 4) p- 514.)- 1181. Aniciense, del Puj, il i5 settembre: Fasa-lensc, di Dazas, l’8 dicembre: l’uno e l’altro tenuti dal cardinale Enrico. Non se ne conosce l’oggetto (Vaissct-te T. HI.). 1182. Lcmovicense, delle due provincie di Bourges e di Bordeaux dallo stesso legato, la terza domenica di quaresima sulla disciplina (il/id.). n8a. Signicnse, di Segni, nell’Italia, ove san Orlinone eli’ era stato vescovo fu canonizzato da papa Lucio III (Pagi ad an. 1125. 11. XIV.). . 1184. Feronense, di Verona, cominciato il i.° agosto e continuato almeno sino al 4 novembre. Venne da papa Lucio, presente l’imperatore, dettata una costituzione contra gli eretici, in cui vedesi concorrere le due potestà per l’estirpazione delle eresie. La Chiesa adopera le pene spirituali, mentre l’imperatore, i grandi e i magistrati pongono in uso le temporali. Voleasi reprimere il furore dei Catari, dei Patarini, Vaudesi, ed altri eretici di quc’giorni, le cui crudeltà esercitate contra gli ecclesiastici domandavano la stessa severità, che altra volta era stata usata d'agli imperatori romani contra i Circoncellio-ni. In questo Concilio si scomunicarono gli Arualdisti, e i romani disubbidienti e ribelli all’ autorità temporale del papa. Troviamo inoltre in Arnaldo di Lubccca I. 3, c. 7, ohe si discussero poscia diversi punti controversi tra il papa e l’imperatore c principalmente quello del patrimonio della contessa Matilde. Posscdevalo l’imperatore, lo ridomandava il papa, come un bene della Chiesa romana. Disputassi lunga pezza: si produssero parecchi atti, ma