Redenzione 109 denza il venerando patriotta Antonio Grossich, e il sindaco Vio, — mentre dichiaravano di non prendere nota dell’imposizione del governo croato, —- votarono questa deliberazione che ormai ha un’ importanza storica : Il Consiglio Nazionale Italiano di Fiume, radunatosi quest'oggi in seduta plenaria, dichiara che in forza di quel diritto, per cui tutti i popoli sono sorti a indipendenza nazionale e libertà, la città di Fiume, la quale finora era un corpo separato costituente un comune nazionale italiano, pretende anche per se il diritto di auto-decisione delle genti. Basandosi su tale diritto, il Consiglio Nazionale proclama Fiume unita alla sua Madrepatria, l'Italia. Il Consiglio Nazionale Italiano considera come provvisorio lo stato di cose subentrato addì 29 ottobre 1918, mette il suo deciso sotto la protezione dell'America, madre di libertà, e ne attende la sanzione dal Congresso della pace. Nel pomeriggio della memorabile giornata un corteo di oltre ventimila persone percorse la città e, giunto in piazza Dante, il popolo, al quale fu letta la deliberazione per l’unione di Fiume all’Italia, ratificò con voto plebiscitario la proclamazione del Consiglio Nazionale. I croati, inferociti dalla possente manifestazione d’italianità, invasero la città, commettendo ogni sorta di violenze, di nefandezze e di prepotenze. Fiume visse giorni d’angoscia e di terrore. Le mitragliatrici delle bande croate crepitavano giorno e notte nelle vie e nelle piazze della città. La vita dei cittadini era seriamente minacciata, i più sacri diritti violati, la lingua