Fiume nel quattrocento 41 sterno e nell’interno, le case venete d’allora, e si succedevano piuttosto in una linea accidentata e capricciosa. La canalizzazione e il selciato, fatto di grossi ciottoloni, erano molto rudimentali; l'illuminazione mancava affatto. La città era divisa in quattro quartieri o contrade (di Santa Maria, Santa Barbara, San Vito e San Girolamo), sottoposti ognuno a un capocontrada. Sulle case semplici ed umili della Terra di San Vito, sorgente fra il verde dei colli circostanti che ne formavano il territorio, grandeggiava per la mole, il castello, sorto sulle rovine della rocca romana, ed il convento degli Agostiniani; e torreggiava alto il campanile del duomo che porta la data del 1377, ma è molto più antico di quanto si creda. Questo particolare artistico del campanile discosto e separato dal tempio è una caratteristica dei paesi italiani, dacché lo incontriamo in tutte le cittadine dell’Istria, da Parenzo a Cittanova, ad Umago, a Pirano, ad Isola, a Capodistria ed a Muggia. La chiesa principale era quella del duomo, dedicata a Santa Maria Assunta, eretta, a quel che sembra, nel secolo XI, e, come il campanile, successivamente restaurata ed ingrandita. Nelle occasioni solenni vi officiava l’arcidiacono, il capo del clero fiumano, circondato dai canonici. Al lato sinistro della chiesa c’era un recinto che serviva da cimitero, nel quale venivano sepolti coloro che non avevano tombe speciali in questa o in quella chiesa. Importanza non minore del duomo aveva la chiesa di San Vito, una chiesuola modesta che sorgeva al posto della presente chiesa monumentale, dedicata al santo patrono della città, di cui la prima