Occupazione francese 77 Le popolazioni dell’Istria, di Trieste e di Fiume, saputo delle grandi vittorie francesi, stavano in grande apprensione: chi nascondeva le robe preziose, chi scappava; e aumentava sempre più la confusione e lo sgomento. All’avvicinarsi delle truppe francesi i soldati di presidio e le truppe di soccorso, comandate dal generale Pittoni, abbandonarono Trieste e si ritirarono sul Carso. Il generale Dugua entrò il giorno 23 marzo a T rieste con la fanteria, la cavalleria e l’artiglieria e subito si diede a pubblicare ordini e proclami, in cui diceva: i francesi essere amici e fratelli di tutti i popoli. Sgomberata Trieste, il generale Pittoni marciò con le sue truppe alla volta di Fiume e passato il ponte si stabilì sulla riva sinistra dell’Eneo. Gli austriaci ne demolirono il ponte e costruirono sulla riva sinistra dell’Eneo, in territorio croato, una trincea di difesa. La nostra città, abbandonata e sguernita, venne occupata senza colpo di spada dagli usseri francesi, comandati dal colonnello Dagobert, il quale, al consigliere cittadino Peretti, che gli mosse incontro per chiedere che fossero rispettate le vite e gli averi dei cittadini, rispose, a nome di Napoleone, che le persone e le proprietà sarebbero state rispettate. Difatti i francesi mantennero la parola e non re carono molestie di sorta alla città; cessata la tregua conchiusa fra il Dagobert e il Pittoni — i francesi, saputo dei rinforzi ricevuti nel frattempo dagli austriaci, ritenevano inutile ogni resistenza dinanzi a un nemico preponderante, e il giorno 10 aprile, dopo soli 5 giorni di occupazione, lasciarono la nostra città, la quale venne alla sua volta rioccupata dall’esercito austriaco.