DEL NUOVO TESTAMENTO 21 dabbene. Giovanni Battista gli fa su di ciò delle rimostranze che vengono da lui disprezzate, e che mettono contro di lui in furore Erotliade. 1 Farisei gelosi del credito di cui godeva appo il popolo , ordiscono con Erodia-de di rovinarlo. Inducono perciò Erode nella persuasione, poter la nuova dottrina di Giovanni produrre qualche rivoluzione nello Stato. Questo principe, già mal disposto com1 era verso il profeta, non volle di più per farlo arrestare e mandarlo prigioniero al castello di Macheron colla mira di farlo morire; se non che vi si astenne por timore del popolo, clie riguardava Giovanni per profeta. Egli pure ben tosto dopo concepì - per lui sentimenti di stima e venerazione sino a deferire in parecchie occasioni a’suoi consigli , persuaso dal suo conversare e dalla sua condotta che fosse uomo giusto e santo. Gesù ricevuta la nuova della prigionia di Giovanni, lascia la Giudea per guarentirsi dal furore di Erode, e ritorna in quella parte della Galilea , die non era altrimenti soggetta a cotesto principe, vale a dire nella parte più marittima ove giacevano Betzaide e Cafarnao. Passando nel suo cammino per Samaria, si sofferma presso la città di Sicliar o Si-chem , e stanco del viaggio si asside sui lembi di un pozzo che avea altra volta servito ad uso del patriarca Giacobbe, della sua famiglia, e delle sue greggie. Mentre i suoi discepoli si portano alla città per provveder viveri , giunge cola colla sua secchia una donna per attinger acqua da colesto pozzo. Gesù le domanda a bere. Ella stupisce eh1 essendo Ebreo faccia una tale inchiesta ad una Samaritana, non essendovi tra queste due nazioni verun consorzio. Gesù la catechizza, le rammenta la sua vita passata, e la istruisce esser lui quel desso che deve ristabilir ogni cosa. Ella lascia allora la sua secchia, ritorna alla città, e induce gli abitanti di recarsi a vedere un uomo, che seppe a lei dire quanto essa avea fatto , e cui crede essere il Messia (i). Essi vengono e conducono Gesù ncl- (1) Nel dialogo ch’ebbe questa femmina con G. C., ella gli propose il quesito , sul quale i Samaritani differivano dagli Ebrei , rapporto il luogo iu cui fosse permesso «li sacrificare « essendo chiaro, dico JSicole, »a eh« nelle parole colle quali questa donna (li Samaria esprime il suo