58 ri rara attraverso la storia grazie, 'privilegi, e onori del detto comune e amministrare la giustizia a ciascuno senza eccezione di persone, non commettendo ingiustizia contro nessuno...». Lo statuto era dunque un corpo di leggi sul quale si fondava la costituzione municipale del nostro comune. Quelle leggi davano alla nostra città un posto veramente ragguardevole. Fiume era, per quanto piccola, imo etaterello, non annesso a nessuna provincia, ma del tutto a sè, retto da proprie leggi. In altre parole il nostro comune, instaurando i nuovi ordinamenti municipali, cercò di foggiarsi alla maniera di una piccola repubblica, che disponeva del potere legislativo, del potere esecutivo e trattava da pari a pari con le altre città. Basti il fatto che in alcune città d’Italia, così in Ancona, Messina, Manfredonia e Civitavecchia, Fiume teneva propri consoli, nominati e dipendenti dal patrio consiglio; il comune era quindi in diretto contatto con gli stati esteri, ai quali, come abbiamo veduto, mandava ambasciatori, nominati dal consiglio. Ma la prova decisiva della sua integrità di comune, della sua piena indipendenza municipale ci viene dall’omaggio che Fiume rendeva al nuovo imperatore. Era consuetudine che le provincie prestassero solenne giuramento di fedeltà al nuovo signore. Quest ^’omaggio non veniva fatto da nessuna città delPAu-stria, esso era riservato esclusivamente a Fiume e a Trieste, come corpi politici del tutto indipendenti, non aggregati a nessuna provincia. Anche le altre città dell’Austria rendevano il consueto omaggio, ma non separatamente, * bensì insieme con la rispettiva provincia,