Annessione all’Ungheria 71 Le cose del comune, durante il regno di Carlo VI e di Maria Teresa, non soggiacquero a mutamenti notevoli, ma l’apertura del porto franco scemò importanza al nostro comune. Nell’anno 1748 fu creata la provincia mercantile del litorale, alla quale si assegnavano i porti di Aqui-leia, Trieste, Fiume, Buccari, Portorè, Segna e Carlo-pago. La provincia, alla quale fu aggregata nel 1752 anche Fiume, dipendeva dal governo provinciale di Trieste; con ciò l’amministrazione del porto e della sanità, che il comune aveva tenuto fino dall’anno 1575, passava al capitano imperiale di Trieste. Come vediamo, gli statuti non furono propriamente intaccati, nè abrogati, ma con l’aver sottoposto il comune al governo provinciale, Maria Teresa tolse al consiglio molte ed importanti attribuzioni, tanto da scemargli autorità. Queste limitazioni delle prerogative municipali tolsero in parte al nostro comunei il carattere di provincia, poiché la città non provvide più, d’allora in poi, ai suoi bisogni, secondo le disposizioni degli antichi statuti, ma secondo le istruzioni del capitano provinciale e le leggi del governo. Con ciò Fiume, che aveva vissuto oltre tanti secoli come ima repubblica, retta da un proprio corpo legislativo, veniva a dipendere, almeno nelle cose che si riferivano al porto e alla navigazione, dal capitano provinciale. Ma l’integrità e la secolare indipendenza del nostro comune fu intaccata la prima volta dal diploma teresiano del 1779, col quale Fiume veniva annessa all’Ungheria. Fino allora Fiume era un corpo politico del tutto indipendente, uno statorello retto da proprie leggi e governato dal proprio consiglio;