12 CRONOLOGIA STORICA te impazienza di vederlo di ritorno colla conferma della sua dignità regale. Ma indi a pochi giorni alcuni Ebrei malcontenti ed inquieti eccitarono una sedizione nelle feste di Pasqua, chiedendo vendetta della morte di Mattia, e d’ altri fatti uccidere da Erode per aver involato l’aquila collocata di suo ordine nel Tempio. Ad essi unironsi molti stranieri eh’erano venuti alla festa. Archelao non potendo calmare questi ammutinati col mezzo di rimostranze, fu costretto di ricorrere alla forza onde reprimerli. Tre mila di essi vennero sterminati dall’ annata del principe nell’uscire dal Tempio, e il rimanente rimase dissipato. Archelao si pone in cammino alla volta di Roma accompagnato da Maltli3ce sua madre, da Salome sua zia colla sua famiglia, da parecchi altri suoi parenti, da Nicola di Damasco, primario consigliere di Erode, e da diversi amici. Lo segue suo fratello Erode-Antipa colla mira di soverchiarlo e di ottener dall’ imperatore la Giudea in forza di un primo testamento cui Erode avea fatto in suo favore. Antipatro tìglio di Salome, giovine eloquente e grande nemico di Archelao, protegge la domanda di Antipa. Nicola di Damasco perora a favore di Archelao, e confuta quanto contro di lui veniva allegalo. Si producono quinci e quindi all’ imperatore delle Memorie, che da questo vengono rimesse al suo consiglio onde esaminarle. La Giudea intanto era in preda a nuove sedizioni. In Gerusalemme gli Ebrei eransi sollevati contro Sabino , intendente di Augusto, che lo avea spedito per impossessarsi dei tesori di Erode. I soldati romani dopo aver appiccato il iuoco ai portici del Tempio, sui quali erano saliti gli Ebrei, e donde li caricavano di pietre e di freccie, penetrarono in questo luogo santo e ne trassero il sacro tesoro. Gli Ebrei irritati di questo sacrilego bottino, assediarono Sabino nel suo palazzo, e lo strinsero così vivamente, che in procinto di cadere nelle loro mani, fu costretto di chiamar in suo soccorso Varo governatore di Siria. In parecchi luoghi della Giudea furono veduti uomini audaci agognare la sovranità, e farsi decretar questo tito- lo da un popolo di cui essi aveano saputo abusare. S’intesero a Roma queste nuove, e quasi al tempo stesso, si