DEI CONCILI 129 Bulgaria) cominciato nel mese di maggio, composto di circa censettanta vescovi, cento occidentali, ed orientali gli altri. C’era pure sant’Atanasio. I suoi nemici vedendo regolare il Concilio e eli’essi non prevarrebbero, si ritirarono confusi. Sant’ Atanasio vi fu ancora un1 altra volta giustificato e confermato nella comunione della Chiesa. Furono deposti e scomunicati i capi de’suoi nemici eh’e-rano otto vescovi. Gregorio posto in sua vece ebbe la stessa sorte. Non si fecero altre professioni di Fede: fu dichiarata bastare quella di Nicea, ma si estesero venti canoni presso che tutti proposti da Osio. Questi canoni in seguito vennero di sovente confusi con quelli di Nicea'. Avvene uno che permette a un vescovo condannato da un Concilio particolare, di appellare a Roma se si crede condannato ingiustamente, ed al papa di elegger nuovi giudici ove trovi ragionevole l’appello. * Durante il Concilio, gli orientali in numero di ottanta si ritirarono a Filippopoli nella Tracia, donde scrissero una lettera in cui scomunicavano tra gli altri Osio, sant’Atanasio, e papa Giulio. Essi scrissero una professione di Fede che non ha altro di osservabile se non l’affettata ommissione del termine consostanziale. Dopo questo ultimo preteso Concilio di Sardica, l’Oriente fu per qualche tempo diviso dall’ Occidente e gli Ariani continuarono ad esercitar nell’Oriente forti violenze. Il p. Mansi ( Supp. Conc. T. I. ) colloca questi due Concilii nel 344} su di che è confutato dal p. Mamachi. 347. od all’ incirca. Latopolitanuin , di Latopoli in Egitto, composto di vescovi e monaci, alla cui presenza san Pacomo rende conto dei doni straordinarii, eh’ egli avea ricevuti da Dio ( Ed.it. Ven. T. II.). 347. Mediolanense, di Milano contro Fotino, vescovo di Sirmico che negava la Trinità e sosteneva essere G. C. puro uomo che non avea esistito prima di Maria. Ursazio e Valente vi abiurarono l’Arianesimo, e furono riuniti alla Chiesa, da cui'erano stati separati in Sardica. Il Mansi colloca questo Concilio nel 34^ colla base di una lettera di papa Libero scritta nel 354, in cui è