DELL’AMERICA 87 chiedere a Manuele Lobo, fondatore della colonia, che si facesse in quel luogo e con qual ordine vi si fosse recato. Rispose Lobo avere gli abitanti portoghesi del Brasile il permesso dal loro sovrano di erigere nuovi stabilimenti sulle terre disoccupate, e partiti coll’autorizzazione del consiglio di Rio Janeiro di scegliere un luogo opportuno a fondare uno stabilimento, non averne trovato di questo al* cuno più comodo. Don Giuseppe Garros, letta questa risposta, inviò un altro messaggio a Manuele Lobo per indurlo a ritrarsi da un luogo che apparteneva alla corona di Spagna, in forza di diritti che datavano da un secolo, esortandolo per l’ultima volta a non turbare la pace ch’esisteva tra le due potenze. Si contentò Lobo di rispondere trovarsi sulle terre del suo principe; ed una viva contesa ebbe quindi luogo tra i due governatori circa i diritti respettivi della Ca-stiglia e del Portogallo. Ad appoggio delle sue pretese, produsse Lobo una nuova carta fatta a Lisbona nel 1678, unicamente per consolidare il tentativo d’impadronirsi del suolo della colonia e del vasto paese circostante. Giusta questa carta, disegnata da Giovanni Texeira d’Albornoz, i possedimenti portoghesi si estendevano da Rio Janeiro sino alla foce del Rio della Piata, comprese trecento leghe di coste, e sino a Tucuman. Non potendo accordarsi, bisognò decidere la quistione colla via delle armi. Garros inviò allora, sotto la condotta del maestro di campo don Antonio de Vera Muxica, una spedizione composta di cinquecento muli per portare le provvigioni, cinquecento bovi per 1’ artiglieria e quattromila cavalli per rompere le file de’nemici. Un numeroso corpo d’indiani si assembrò ad Yapeyu, sulle sponde dell’Uruguay, e dopo un cammino di ducento leghe, la spedizione giunse dinanzi la novella città di Sacramento per porvi l’ossidione. Le forze spagnuole erano di quattromila uomini, compresi i negri ed i mulatti. Il generale Muxica intimò al comandante portoghese di rendere la piazza, offrendogli tutte le provvigioni necessarie per ritornare nel suo governo; ma avendo questi rigettata con alterigia la proposta, il comandante spagnuolo diede ordine (il 6 agosto) di cominciare di notte l’assalto, al segnale d’un colpo