DELL’ AMERICA 279 Viccnte, la quale era già, a suo dire, in istato di colonizzazione per cura di Martini Alfonso, fatto clic sembra spoglio di verisimiglianza. Il naufragio di Correa ebbe luogo nel i5io, vent’ anni innanzi a quest'epoca, ed il di lui bastimento faceva indubbiamente parte di quelli clic avea-no l’incarico di recarsi a cercare il legno di Brasile od esplorarne la costa. Errerà, narrando lo sgraziato evento che accadde alla S. Pitta, uno de’navigli spagnuoli eh’ aveano fatto vela nel settembre 1534 8. Lucar, racconta che un portoghese di Bahia chiamato Correa affermava d’aver vissuto venticinque anni fra gl’indiani (1), ciò che stabilisce la data del di lui naufragio verso l’anno i5io. La storia di Caramuru ha servito di base alla costruzione d’ un poema brasiliano, intitolato Caramuru, ovvero la scoperta di Bahia. È stata pubblicata nel 1839 da Eugenio Garoy di Monglave una traduzione francese di quest’ opera, e dedicata a sua maestà donna Maria li, regina del Portogallo, principessa del Brasile. Lo scopo principale dell’autore è quello di dare una descrizione delle varie tribù del Brasile, delle loro credenze, costumi e guerre; della scoperta di quel paese per parte de’portoghesi, della conquista fattane da' francesi, e della sua liberazione. Nella chiesa dei benedettini, nel sobborgo di Vittoria, leggesi l’inscrizione seguente: u Sepultura de D. Cathari-» na Alvarez, senhora desta capitania de Bahia, a qual n ella, 0 seu mando Diogo Alvarez Correa, naturai de Via-n na, deram a os senhores reys de Portugal: Fez e deu n està capella ao patriarca S. Bento, anno de i58a » ; cioè, sepoltura di donna Caterina de Alvarez, dama dì questa capitaneria di Bahia, eli’essa ha, unitamente al di lei marito Jacopo Alvarez Correa, nativo di Viana, dato ai re di Portogallo. Essa ha fatto costruire ed ha dedicato questa cappella al patriarca S. Rento, Panno i58a. i53a. Capitaneria di S. Amaro ed Itamaraca. Saputosi dal re Joao III, che i francesi aveano eretto un forte ai Itamarica, e munitolo d’artiglieria con una guerni-gione di cento uomini, e che i loro navigli si recavano in (1) Errera, dee. V, lib. Vili, cap. 8.