5o2 CRONOLOGIA STORICA belli e così folti, ci»’è impossibile di dame una sufficiente descrizione; osservammo soprattutto alcune maestose palme, da cui raccogliemmo qualche frutto. Allorché fummo di ritorno il comandante disse giudicar conveniente che andassimo a visitare la croce ch’era appoggiata ad un albero in vicinanza al fiume, in attenzione di collocarla il seguente mattino del venerdì in un luogo visibile. Vi ci recammo dunque e la baciammo, dopo d’esserci prosternati, per far vedere agl’indiani il rispeito che le portavamo; facemmo anche segno a quelli che ci erano più dappresso d’imitarci, cd essi eseguivano tosto ciò che noi mostravamo di desiderare. Queste povere creature sembrano d’una tale docilità ch’io non dubito che non si facessero prontamente cristiani, se si potesse farsi da essi intendere, giacché sono inclinato a credere che non abbiano alcuna religiosa credenza. Se i condannati lasciati tra d’essi imparano bene la loro lingua, io non dubito che, secondo la santa intenzione di vostra altezza, non adottino essi la nostra religione e non credano nella fede cattolica, di cui spero che il Nostro Signore farà grazia di mostrar loro tutta la eccellenza, a cagione dell’ innocente semplicità del loro cuore. n Devono ricevere, cred’io, tutte le impressioni clic si vorranno loro dare. Dio, il quale ha fatto ad essi dono d’un corpo sano e robusto, d’uu volto simile a quello degli altri uomini, non ci ha inviati fra loro senza intenzione; oso dunque sperare che vostr’altezza, a cui sta tanto a cuore di propagare la fede cattolica, s’affaticherà per la loro redenzione. « Quest’indiani ignorano gli avvantaggi che si può trarre dalla cultura delle terre; essi non sanno allevare bestiami, e non ho osservalo nel paese alcuno degli animali che hanno costume di vivere cogli uomini nello stato di domestichezza. Il nutrimento principale di questo popolo sembra essere l’iguaiuo che possono procacciarsi in abbondanza, e le frutte clic gli alberi producono senza coltura; malgrado a ciò godono d’una tal salute, clic noi altri europei, i quali ci nutriamo di pane c di un’infinità d’altre cose, non possiamo essere loro paragonati per la forza e per l’agitila.