CRONOLOGIA STORICA
me <li questa città e quello di San Francisco, e si giudicò die navigli di quella grandezza non fossero soltanto venuti in traccia del legno di Brasile. Il governatore fece ragunare milleseicento uomini di fanteria, divisi in quindici compagnie, sette delle quali furono appostate sulla piazza d'armi, sci nella città e due a Sant’Antonio ove il nemico poteva sbarcare più facilmente, quantunque lo potesse ugualmente sovra tutta la spiaggia, che offriva una estensione di due leghe insino a Tapagvpe. Il nuovo forte della città fu gucrnito di sei pezzi d’artiglieria e di cinquanta gabbioni, e la piazza, Lene fortificata, si trovò difesa da quattro compagnie. Furono piantati sei pezzi d’artiglieria nella città (i), quattro presso la persona del governatore c furono riservati seicento moschettieri per la difesa d’altri siti. I forti di Tapagype e Sant’Antonio furono muniti alla meglio possibile, ed erette trincee per impedire lo sbarco de’nemici.
     La barra, ov’erano da sette in otto braccia d’acqua, fu protetta da un forte munito d’artiglieria; ed il vescovo don Marco Texeira impiegò tutta la sua influenza per in-coraggiare i cittadini ed i soldati a difendere i loro focolari, e si offerse di marciare alla lor testa (i).
     Il nemico trovavasi già da quattro settimane in quei paraggi. Chiedendo i soldati del Kcconcave il permesso di ritornare alle lor case per procurarsi ciò di cui abbisognavano, il governatore fece ed essi conoscere che si dovessero indirizzare alla casa di Duarte Silva, ma non potè però distorli dal recarsi a casa loro. Frattanto le sentinelle segnalarono l’armada del nemico. Gli officiali co’loro corni si collocano tosto a’posti ad essi assegnati: a quello di Sant’Antonio trovavansi millcduecenventi arcieri comandati dai capitani Avila e Cachuira, sotto gli ordini di Francesco de Barros, officiale ch’avea servito nell’india; e sulla spiaggia, al dissopra della città, cenventi moschettieri, sotto
     (i) Essa conteneva allora millequattrocento case e sette conventi.
     (a) Il cronicista Tommaso de Vorgas, nel suo discorso intorno a questo proposito indirizzato al governatore G. Giuseppe, racconta che il vescovo volle mettersi alla testa del clero per difendere la città, ma che il governatore ricusò i di lui servigi. Brito Freire narra, al contrario;, essersi il vescovo opposto aU’assembramento delle forse del Kcconcave (li, § 120.)