a34 CRONOLOGIA STORICA Chiamati essi i fiumi le grandi arterie della terra ed i ruscelli le vene. Amerigo Vespucci riferisce in qual guisa i brasiliani, mediante alcuni sassuliui, gli fecero il computo de’ loro auni. Arti belle. Alcune tribù costruiscono i flauti di taqua-ra; dicesi che i tamoyos posseggano il talento d’improvvisare. I mongoyos danzano e cantano al suono d’uno stromento semplice del pari che armonioso, composto d’ un arco e d’ una sola corda. Malattie. Gl’indiani sono di rado ammalati e vivono generalmente fino ad un’età avanzata, che non è quasi mai annunziata dai capelli grigi. Periscono nella massima parte per accidente o di morte violenta. Gl’incomodi a cui vanno perloppiù soggetti sono infiammazioni d’occhi o d’intestini, malattie di fegato, diarree, dissenterie e febbri intermittenti che derivano principalmente dalla loro abitudine di vivere in mezzo a boschi umidi e malsani. Non trovasi alcuna traccia di mal venereo o di vaiuolo appo quegl’indiani che non hanno avuto commercio cogli europei. Nel 1563 oltre a trentamila indiani perirono dal vaiuo- lo a S. Salvador e verso il nord. Funerali. Varie tribù seppelliscono i morti nelle capanne, ove i parenti riuniti testificano la loro affezione durante intere giornate, mediante urti orribili. Mantengono per qualche tempo il fuoco ai due lati della tomba per allontanarne il diavolo, e collocano a lato del defunto i suoi archi, le sue freccie, alcune provvigioni ed un vaso di terra contenente l’acqua per cuocerle. Gli antichi coroados seppellivano i loro capi in lunghi vasi di terra, chiamati catnucis, ove li collocavano assisi. I passesi di Rio Negro sotterrano le ossa de’ loro morti in grandi giare od urne, ripassandoli poscia in altre più piccole, dietro l’osservanza di alcuni riti religiosi (i). (a) Diano da viogem, ecc., manoscritto.