454 CRONOLOGIA STORICA no Arlisjoski ritornò al Brasile con un rinforzo di otto navigli montati da settecento soldati e colla secreta missione di sopravveggliiarc la condotta di Nassau. Artisjuski accusò ijuesto generale d’aver negletto le forme e gli usi militari, e diede anche pubblicità ad una memoria contro di lui che indirizzò ai direttori della compagnia in Olanda. Nassau fece un appello al senato, nel quale confutò le accuse contenute in quello scritto. Quest'assemblea lo giustificò compiutamente, ed il suo accusatore, pieno di mal umore contr’essa, ritornò in Olanda. Intorno a quest’epoca un senatore presentò alla compagnia un quadro delle sue conquiste. Essa possedeva sei Erovincie che si estendevano da Seregipe a Ciara. Peruam-uco racchiudeva cinque città e varii villaggi considerabili. Di cenventuua fabbriche di zucchero eli' esistevano prima dell’invasione, trentaquattro erano state abbandonate. Nell’Itamaraca ve n’ erano quattordici di ventitré che prosperavano prima della conquista; nel l’arahyba due soli di dieciotto consimili stabilimenti erano stati distrutti. Rio Grande possedeva ancora una delle due dapprima esistenti. In tutte le provincic ve n’ erano conventi in piena attività, e quarantasei erano siate distrutte o neglette. Le decime de’loro prodotti furono affittate come segue: quelle di fernambuco per cenquarantottomilacinqueceuto fiorini, rd una tassa chiamata pcnsitm per ventiseimila ; quelle di Parahyba per cinquantaquattromila, e quelle d’Itamaraca c Gojana per diecinovemila. Le decime montavano a du-cenottantamilanovecento fiorini. La provincia di Seregipe era stata durante la conquista devastata da Gicsselin c Schoppc, e quella di Ciara non aveva che un solo folte con una goemieiooe di quaranta uomini. Le forze olandesi al Brasile montavano soltanto a sei-ìnilaccntottanta uomini; quelle dei naturali, dalle Lagoas insino a Pottcngy, salivano a circa duemila. Prima della guerra il numero degli schiavi negri c dei naturali del paese impiegati nei mollili da zucchero era di quasi quarantamila. Un certo numero de’primi avea seguito nell’emigrazione i prò pi i i padroni, ed altri eransi recati ad unirsi a’loro fratelli a Palmarcs. I naturali del paese non volevano giammai dedicarsi al lavoro per uno