43o CRONOLOGIA STORICA eia giunse da Quito nella provincia degl’indiani dai lunghi capelli, quarantasctte leghe al dissolto dell’affluente del Napo col Coca. Tentò colà di fondare uno stabilimrnlo col nome di borgo d’’Anose, ma gli abitanti vi si opposero, per cui alcuni della spedizione scoraggiati ritornarono a Quito. Altri rimasero uccisi negli scontri col nemico, e lo stesso Palacios rimase mortalmente ferito. Due fiati laici, l’uno chiamato Domenico de Brito, l’altro Andrea de Toledo, insieme a sei soldati superstiti, guadagnarono le loro barche e lasciandosi andare a discrezione della corrente giunsero cosi alla città di Para, allora dipendente dalla capitaneria di \la-ranliam, e si recarono quinci a San Luigi di Maranham a render conto del loro viaggio al governatore di questa città Jacopo Raimondo de Noronha (i). iGIÌ7-1G38-1 fì3g. Viaggio del capitano Pedro de Te-xeira. Il governatore Jacopo Raimondo de Noronha, avendo interrogalo i due frati francescani ed i soldati della spedizione dell’infelice Palacios, intorno alla loro navigazione, risolvette d’inviare una spedizione per meglio esplorare il fiume delle Amazzoni. Scelse a quest’uopo il capitano Pedro de Texcira, e quest1 officiale parli da Para il 27 ottobre 1637 con quarantasettc canotti montati da settanta soldati portoghesi e da millcducento indiani alleati, colle loro mogli e domestici clic formavano in tutti duemila individui. Non avendo pratica delle corienti, e provveder dovendo alla sussistenza di tanta gente, giunse alla foce c|fl limile Payamino soltanto li ai giugno i638, e sbarcò colà le sue truppe nella provincia degl’indiani capelluti ovveri dai lunghi capelli, alla foce del fiume che porta il loro nome, venti leghe al dissotto del fiume Agario, e lasciò colà quaranta portoghesi e trecento indiani. Erano i naturali di questo paese gli uccisori del capitano Palacios e de’suoi soldati. Piantò colà un campo trinceralo, e lasciatone il comando ai capitani Pedro da Costa Favella e Pedro Bayam d’Abreu, inoltrossi colla sua barca sino al punto ove il fiume cessava d’essere navigabile e si recò poscia a Quito. Il presidente di questa città, don Alonzo (1) Acuna, cap. i3.