8G CRONOLOGIA STORICA • un altro oggetto, decretava la soppressioni delle lettere di sigillo, e la liberazione fra sci settimane di tutti i detenuti in virtù di esse; e, il giorno appresso, soppresse i voti monastici. L’assemblea, nel 17 aprile 1790, decretò definitivamente gli assegnati siccome carta monetata, e li ipotecò sui beni nazionali; essi portarono da prima un interesse del 4 per cento, che doveva far parte addizionale del loro valore, ma che veniva soppresso nel 5 maggio seguente. Gli assegnati si sostennero per lungo tempo pari 0 circa colla moneta metallica, e più a lungo cogli oggetti di commercio, in fine tanto a che la quantità di questa fittizia moneta stava in qualche proporzione col numerario cilettivo; ma tanta quantità ne veniva di poi posta in circolazione, che perdettero sempre più di valore e finirono in completo discredito. Allora turbolenze e sollevazioni scoppiarono nelle meridionali provincie: la città di Mon tauban specialmente era teatro, nel 10 maggio 1790, di risse sanguinose. Recavansi alcuni commissari in questa città per farvi eseguire il decreto relativo ai beni nazionali, e la presenza loro vi eccitava le civili dissensioni. I cattolici ed i protestanti venivano alle mani, e questi ultimi, quantunque secondati dai dragoni che avevano chiamato in soccorso, venivano assaliti nel palazzo della città, del quale impadroniti si erano, c ridotti a capitolare, dopo morti d" alcuni pochi ed altri feriti, e per la maggior parte furon fatti prigioni. Le turbolenze durarono alcuni giorni in Montauban. Mille e cinquecento guardie nazionali marciarono con cannoni contro questa città; ma il generale Dumas, nominato dal re com^ missario, usò grandissima prudenza: rimandò le guardie nazionali, ottenne la liberazione dei prigionieri protestanti, c riuscì a ristabilire a Montauban la tranquillità. Infrattanto Nimes era in preda agli stessi disordini : i cattolici lottavano contro un reggimento di linea e contro i protestanti, c sostenevansi anco a lungo con vantaggio ; ma nel 14 giugno, perseguiti dagli avversarii col maggior furore, si videro costretti a ritirarsi in una torre, ove attaccati vennero coi cannoni. Il vincitore vi penetrava e ne massacrava senza pietà bene un ottanta. Questo orrendo delitto veniva approvato dall'assemblea nazionale; anzi essa spingeva la