CRONOLOGIA STORICA contro Lafayette, e dopo il suo discorso fu chiusa la discussione. Si procedette all'appello nominale, c si ottenne un risultato che fece stupire egualmente il partito vincitore ed il vinto: /\oC> voti stavano contro a 224, e pronunziavano non avervi luogo ad accusa. Al loro uscire dall’ assemblea i deputati clic avean difeso Lafayette vennero insultati e battuti dalla moltitudine, nè dovettero la propria salute che allo zelo ed al coraggio di parecchie guardie nazionali che accorsero in loro aiuto. I giacobini ed i francescani attendevano tutta la notte a preparare l’attacco che ben presto diriger doveano contro il castello delle Tuilerie. Il giorno dopo, 9 agosto, minacciosa calma regnava-nella capitale. I deputati, insultati, domandaron giustizia all’ assemblea contro gli assalitori, ma inutilmente : videro sorridere i propri avversar» al racconto dei corsi pericoli. La maggiorità, che avea dato loro così effimero trionfo, taceva, cliè agli stessi pericoli vedovasi esposta. I giacobini aveano già latto affiggere l’appello nominale; einfrattanto Rocdercr, procuratore-sindaco del dipartimento, svelava all’assemblea la cospirazione preparata; diceva: dovere i federati ed i Marsigliesi marciare alla testa degli insorgenti; trovarsi già il sobborgo di Sant’Antonio nella più spaventevole agitazione; doversi al punto della mezzanotte suonare a stormo e battere a raccolta : e scongiurava 1’ assemblea a prendere adatte misure. Vaublanc domandava il subito licenziamento da Parigi dei federati e dei Marsigliesi; ma elevavasi Guadct contro tale proposta, e pretendeva esser dessi i veri difensori della patria: l’agitazione nell’assemblea era giunta all’eccesso, ed era tale il furore dei due partiti, che ad ogni istante potea temersi di veder scorrere il sangue. Non un decreto fu emanato, non una misura fu presa, nè adottata la proposta di Vaublanc: l’assemblea si separava alle sette della sera, convocandosi per la stessa notte. Sul finire del 9 agosto, i più formidabili faziosi, unitisi ai Marsigliesi, si ragunavano ai francescani, attendendo impazientemente il segnale per cominciare P insurrezione. Danton trovavasi fra loro, e cercava con faziosi discorsi di aizzarli vieppiù, enumerando con veemenza i delitti della corte. Quando tempo gli parve, fece egli eccheggiare il ter-