DEI RE DI TRANCIA ao5 l’oggetto l’avean ridotto in uno stato abituale di stupore e diffidenza: era caduto in ispaventevol marasmo; gli si e-rano esternamente allungate le braccia e le gambe ^ avea ingrossate tutte le articolazioni, specialmente le ginocchia in modo che rimaneva sempre seduto o coricato, nò poteva, senza soffrire assai, esercitarsi in alcun genere. Ecco in quale terribile situazione tante crudeltà ridussero un principe, il cui solo delitto era l’essere sangue de’ re! I membri della Convenzione erano al fatto d’ogni cosa, eppure non ordinavano alcuna misura per addolcirne la' sorte : tanto l’odio loro pei re rcndovali crudeli e spietati! Finalmente la malattia elei giovane principe divenne si allarmante, che nel fiorile an. 3 (maggio 1795) fu deciso di dargli dei medici, i quali furono Dumangin, primo medico dell ospedale di sanità, e Desault e Pelletan celebri chirurghi. Adempievano essi a sì onorevole missione col massimo zelo, ma ogni lor cura fu inutile, e non potè che addolcire gli ultimi istanti dello sfortunato. ♦ Nel 7 giugno 179$ Luigj XVII provò un lungo.svenimento, e il giorno dopo, 8 giugno, a due ore dopo il mezzo giorno rendette l’estremo sospiro. Contava l’età di dieci anni, due mesi e tredici giorni. Così finì nella miseria e nel dolore un giovane .principe, la cui precoce' intelligenza, la dolcezza e la bontà promettevano alla Francia un i'egno glorioso e fortunato. Nello stesso gioruo eh’ egli morì ne fu recata la notizia alla Convenzione, la quale ordinava tosto che gli ufficiali e sotto ufficiali di guardia alla torre del Tempio si recassero nell’appartamento ove giacevano le mortali spoglie di Luigi Capoto, per riconoscerle : tutti d’accordo, avendolo veduto spessissimo al Tempio o alle Tuilerie, attestarono essere l’estinto veramente il delfino. Nel io giugno, il suo cadavere ’fu chiuso in una cassa di legno e trasportato senza alcuna ceremonia al cimitero della parecchia di S.a Margherita. Alcuni credettero Luigi XVII morisse avvelenato, ma Pelletan e Dumangin, uomini di conosciuto sapere e d’impuntabile onoratezza, avendo fatta la sezione del cadavere il giorno dopo la di lui morte, dichiararono non avervi trovato alcun segno di avvelenamento. Quello che è certo si è essere Luigi XVII morto martire delle più atroci e più raffinate crudeltà.