CRONOLOGIA, STORICA attaccamento per lui. Allorché d’Arcambald, ordinatore dell'esercito francese, venne a Napoli con un salvacondotto, per chiedere l’esborso del prezzo dell’armistizio, che ammontava a dieci milioni, il popolo, istruito della di lui missione, pre-cipitavasi su lui. I nobili lo liberavano dalle mani dei lazzaroni, uno dei quali rimase estinte nella zuffa. Questo avvenimento mise al colmo il furore dei lazzaroni: sparge-vansi per le piazze, nei palazzi, e si caricavano di bottino e di armi. L'anarchia era al colmo nella capitale. Il re, la regina e la corte la abbandonavano nel 2 nevoso (22 de-ccnibre), e si ritiravano in Sicilia ( 1 ). I lazzaroni, senza mormorare della fuga del re, testimoniarono il desiderio di perire per lui. Accusavano di giacobinismo i soldati. Sortivano dalle mura di Napoli, ed inseguivano il generale Mack ed i disertori., ed osavano per fino insultare i primi posti francesi, ma iu loro risposto con buon fuoco, e si dispersero. Il generale Championnct, volendo approfittare della confusione che regnava in Napoli per farne la conquista, fece avanzare il suo esercito fin sotto le mura di questa città nel 1.“ piovoso anno 7 (20 gennaio 1799), e s’impadronì delle alture che la dominavano. Prima di cominciare 1’ assalto, mandò un parlamentario, ma invece di accoglierlo i Napoletani tiravano sopra di lui. Allora Championnet diede il segnale dell’assalto. 1 Francesi attaccarono le porte della citta con tanto ardore che, non ostante l’ostinata difesa di ben ses-santamila lazzaroni, vi entravano. Il combattimento continuava con ostinazione anco nell’interna città, tutti i luoghi servivano ai lazzaroni per trincierarsi, ma finalmente abbandonatisi i Francesi a tutto il furor loro, avanzavano combattendo, massacrando, saccheggiando, incendiando. Durava 1 orrendo disordine due interi giorni, e la città di Napoli presentava ornai un terribile e spaventevole quadro. Finalmente il terzo giorno, avendo i Francesi fatto eccheggiare con segni di rispetto e venerazione il grido San Gennaro, i lazzaroni si calmavano, si mcschiavano nelle file francesi pacificamente e amichevolmente. Nel 5 piovoso (24 gennaio) (i) Nel 24 decembre 1798, la corvetta la Tìajanntse, di venti cannoni, comandata dal luogotenente di vascello Edmondo Richer, ritornava da Cajvuua.