DEI RE DI FRANCIA 69 Nel 16 luglio 1789, l’assemblea nazionale scelse nel suo seno un certo numero di deputati per recarsi a Parigi a tentar di ristabilire colla presenza loro la tranquillità, di cui (la parecchi giorni la capitale più non godeva. Si osservò fra essi La-Fayctte, Mounier, Lalli-3olendal e De-Liancourt. Essi partono; vanno al palazzo della città, ove sono ricevuti da Moreau di Saint-Méry, presidente degli elettori, il quale in un discorso, pronunziato davanti un pubblico numeroso, ricorda essere la Francia debitrice della sua libertà a Luigi XVI. Ora il popolo gridava il re venisse a Parigi e licenziasse gli attuali ministri. I deputati dell’assemblea nazionale riferiscono al monarca il pubblico voto, ed egli promette loro di renderlo pago. In questo stesso giorno il conte d’Artois, la principessa sua sposa, cd i loro figliuolini duca d’Angouléme e di Berri, ed il principe di Condè abbandonavan la Francia. Il maresciallo di Broglio, il principe di Lambesc, e moltissimi altri distinti personaggi ne scguivan l’esempio. In questo stesso giorno la comune di Parigi nominava La-Favette comandante della guardia nazionale, e Bailli maire della città. Il re partì da Versailles il 17 luglio, e recossi a Parigi. Egli era preceduto da quattrocento guardie del corpo, c accompagnato da quasi tutti i deputati dell’assemblea nazionale, in gran tenuta. Il di lui corteggio s’ingrossava di moltissimi abitanti di Versailles e di contadini, armati di bastoni e di forche. Giunto alle barriere della capitale, vi era ricevuto dal nuovo comandante e dal nuovo maire. Quest’ultimo ferì vivamente il cuore di Luigi: offrendogli le chiavi della città, fra le altre cose, gli diceva. Enrico IV avere già riconquistato il suo popolo, ed egualmente il popolo francese avere ora riconquistato il suo re. 11 monarca traversava una doppia ala di'ben centomila uomini, quasi tutti armati, e nel suo passaggio altro non intcndcvansi che le grida viva la nazione, ma allorquando entrò nella sala del palazzo della città, tutta il popolo ripeteva a gara viva il re. Il conte di Lalli arringavaio, e nel suo discorso invitava i Francesi a mostrarsi finalmente fedeli appoggi della legittima autorità reale, ed a giurare di difenderla. Tutti i presenti a tanto commovente scena pronunziavano ad alta voce questo giuramento. Luigi, troppo commosso, non diceva