DEI RE DI FRANCIA 47 me se si credesse sicura della loro adesione a tutte le misure da lui proposte. I suoi avversarli videro nel suo discorso una viva premura di congedarli, e lo interrompevano ad ogni istante colle loro mormorazioni. L’indomani di questa seduta 1' arcivescovo di Narbona dichiarò nell’ uffìzio di Monsieur il controllore-generale ingannare tutti j e quindi proponeva un solenne reclamo contro il di lui discorso; il quale reclamo venne segnato da lutti gli uflìcii, e da quello eziandio del conte d’ Ariois : il re consentiva che fosse reso pubblico. L’ opposizione, che videsi così in-roraggiata, sopravvegliava e denunziava tutti gli atti di Calonne , anzi diveniva contro di lui inesorabile, e giungeva perfino ad accusarlo d’aver mascherata la verità, nel- 1 esporre la situazione del tesoro, ed aver portato il deficit al di sotto di quello.che realmente era. Non si volle ricordarsi della guerra d'America, e si attribuì ogni male alla prodigalità del ministro. Finalmente si fece intendere al re che Calonne avea perduta la confidenza della nazione, che egli avea contro le opinioni, e che il suo carattere non poteva offrire guarentigie di sorta. L’opposizione, dicevano ì notabili, non esser diretta che contro un ministro prodigo e forse prevaricatore. Il re cedette a tante istanze: il 7 a-prile dello stesso anno il barone di Breteuil recavasi a chiedere al controllore-generale la sua dimissione: il giorno prima egli avea chiesto quella del guarda-sigilli, Hue de Miromenil, perchè Luigi XVI era malcontento che avesse egli cospirato col parlamento per aggravare la stretta nella quale egli si trovava. Il presidente di Lamoignon impiazzava il guarda sigilli, e Fourqueux, antico consigliere di stato, succedette al controllore-generale. L’opinione festeggiava la riportata vittoria: mancava però qualche cosa al Suo trionfo: il richiamo di Necker. Il licenziamento di Calonne calmò l’irritazione dei notabili. Ora i sacrificii più non li spaventano. Approvano l’imposta sul ballo, e la sovvenzione territoriale, però con qualche modificazione. Nel 27 aprile 1787 si tenne una nuova seduta, in cui manifestossi il più vivo attaccamento pel re e la reale famiglia. L’ arcivescovo di Tolosa, al quale si dovette tale riunione, entrò nel ministero il 3 maggio, col titolo di capo del consiglio delle finanze ; ed il giorno 6 Vii-