DEI RE DI FRANCIA $7 Le elezioni della Provenza producevano^molti disordini. Questa provincia, egualmente che^il Delfinato, avea ottenuto il ripristino degli antichi loro stati. Il conte di Mira-beau, i cui disordini erano noti a tutto il regno, ma clic: dimostrò splendidi talenti in una causa civile, anzi che no scandalosa giudicata dal parlamento d’Aix, si presentò alle elezioni. I nobili lo rifiutavano, ed egli rifuggivasi nel terzo stato e ne diventava l’idolo: avea l’arte di tenere in moto la moltitudine, e di non lasciarle commettere clic quei soli eccessi i quali potessero servire a’ suoi disegni. La mancanza di sussistenze produceva un ammutinamento in Marsiglia, e tutti i magistrati si perdevano d’animo; il solo Mirabeau potè far intender ragione al popolo, e calmarlo; ma nello stesso tempo tuonava egli contro i nobili. Il suo discorso fu letto ed ammirato in tutta la Francia. Però le istruzioni, che i deputati dei due primi ordini avevano ricevuto dai loro committenti, consolavano gli spiriti. Il clero, quantunque avesse assai motivi di «lagnanza contro i filosofi, sembrava concorresse nei loro disegni, e si mostrasse sensibile alla voce di quella tolleranza si a lungo da lui respinta e condannata, e rinunziava eziandio a quei privilegi pecuniarii, che già con tanta ostinazione aveva difesi. La nobiltà animata mostravasi dagli stessi sentimenti, e concedeva alla nazione ciò che aveva rifiutato al re. I due ordini privilegiati, malgrado le testimonianze d’un rispetto affettato per .ie costituzioni del regno, proponevano dei cangiamenti a queste costituzioni, c d’accordo chiedevano il ritorno periodico degli stati-generali. Gli atti del terzo stato contenevano ben arditi pnneipii, che però sembravano giustificati dall’apparerite unanimità dei voti; senonehè a poco a poco scoprivano le varie tendenze dei deputati del terzo stato: alcuni aveano consultato Montesquieu, altri Rousseau, altri l’abate Mably; questi si modellavano sulla costituzione inglese^ quelli sulla americana. Si scorgeva nella maggior parte degli atti piuttosto affezione pel re che prin-cipii monarchici: pareva volessero farlo felice e rapirgli l’autorità. Nel 26.aprile 1789, pochi dì prima dell’apertura de-gji stati-generali, sul falso romore che Reveillon, onesto c ricco manifattore del sobborgo di Sant’Antonio a Parigi,