DEI RE DI FRANCIA 59 cker. atteso impazientemente dai deputati, non rispondeva all’aspettazione: egli parlò a lungo di finanze, e non si spiego sul modo delle «deliberazioni. Dopo la seduta, il clero e la nobiltà si ritirarono nelle rispettive camere, ed il terzo stato rimase nella sala, per deliberare. Gli stati-generali passarono nel 6 maggio nelle altre sale per verificare i reciproci poteri. Si ebbe cura di riservare la più vasta pei deputati del terzo stato, clic erano ben sei cento persone. Il terzo stato stupiva e si formalizzava di non veder seco uniti gli altri due; sapeva però contenersi, e restava per varie settimane in una inerzia, di cui ben presentiva per sò il buon effetto. La nobiltà e il clero contavano fra essi una numerosa minoranza, quale aliava di unirsi ai deputati del terzo stato, che solo inviava commissarii agli altri due ordini. Il clero li .accoglieva graziosamente. Il deputato Target produsse viva impressione in lui, recandosi a scongiurarlo, in nome del Dio di pace, di riunirsi al terzo stato. Tutti i parochi vivamente applaudivamo. Nel 19 e 20 maggio, il clero, onde conciliarsi la pubblica opinione, fece il sacrificio de’ suoi pecuniarii privile- fij e la nobiltà ne incitò l’esempio nel giorno 23. Il pub-lico trovò che questi due ordini si mostrarono generosi troppo tardi, e, persuaso clic costretti vi fossero dalla necessità, non ne seppe loro alcun grado. Infrattanto i tre ordini non procedevano all’esame di verun affare. Il terzo stato attendeva inutilmente l’esito delle negoziazioni aperte per conciliare le diverse pretese del clero e della noniltà. Questi due ordini ostinavansi a rifiutar di deliberare uniti col terzo stato. Il re fece loro offrire la propria mediazione; N^cker lor propose di deliberare per ordine negli affari ordinarii, ed in comune nelle occasioni urgenti; ma la cosa non piacque; il terzo stato non vi vedeva che un mezzo infallibile, di cui si varrebbe il governo per far approvare le sue determinazioni: i deputati dei tre ordini, che si erano riuniti nel 3o maggio per udire i commissarii del re, si separarono senza essersi potuti accordare. Nel 3 giugno 1789, il terzo stato si determinò a formare un nuovo uffizio, di cui conferì la presidenza a Bailli,