ago CRONOLOGIA STORICA Così il ministero pareva vieppiù raffermarsi, malgrado i protiostici fatti in occasione della debolezza da lui dimostrata nel parlamento durante l1 ultima sessione negli affari clic Io riguardavano. Pcnsavasi che il colpo da lui lanciato a quelli fra’suoi avversarli che gli erano a portata, destituendoli, dovesse naturalmente indebolirlo di più, e farlo alla fine cadere; ma crasi in errore: la di lui caduta venir doveva da altra parte, ed egli stesso ne fu là causa. La risoluzione tendente a stabilire un diritto di bollo nelle colonie non era stata immediatamente convertita in progetto di legge, a fine di lasciar loro il tempo cu proporre qualunque altra imposta che avessero a quella preferita, semprecchò di eguale prodotto. Allorché gli agenti delle colonie recaronsi a ringraziare il cancelliere dello scacchiere di questa prova di deferenza, egli disse loro essere disposto a ricevere qualunque proposizione da parte delle colonie, per un’imposta equivalente al diritto del bollo; e fece loro intendere che le colonie sarebbero in diritto, consentendo a questa imposizione, di stabilire un antecedente, per essere consultate (probabilmente dal ministero) prima di venire dal parlamento soggette all’ imposta. Assai persone in Inghilterra, c fors’anco gli stessi agenti, riguardarono tale proposizione del ministro siccome un tratto di benevolenza e generosità; le colonie però la considerarono non cortesia, ma sibbene insulto. Nessuna autorizzava i suoi agenti ad acconsentire al diritto del bollo, nè ad offrire un’altra imposta in compenso. Anzi alcune addrizzarono al re ed alle camere petizioni che mettevano direttamente in contrasto il potere e la giurisdizione della legislatura britannica sui loro beni. Questi mali semi e queste ostinazioni delle colonie a-vrebbero dovuto, a quanto sembra, impedire che loro fossero imposti nuovi aggravii. Si avrebbero almeno dovuto prender misure onde prevenire l’opposizione, della quale erano ben certo presagio questi mali umori, e salvare alla Gran Bretagna l’umiliazione di vedere le sue leggi pubblicamente disprczzate, ed il suo diritto di emanarle disputato assolutamente da coloro che fino a quel punto il mondo avea riguardati come i più fedeli sudditi di lei. Ad onore del parlamento, bisogna però dire che mal-