DEI RE DI FRANCIA guente nel campo prussiano era la massima desolazione : i soldati mancavano di viveri, nè bevevano altro che acqua salsa cd infetta. In tanto stremo, il monarca di Prussia teneva un consiglio di guerra, e risolto veniva di ritirarsi. Tale notizia affliggeva gli emigrati e valeva a disperderli nel punto stesso in che credevano aver a riportare decisivi vantaggi. Il conte d’Artois rccavasi a visitare Federico-Gu-glielmo, ed ogni mezzo impiegava onde farlo cangiar ili proposito, ma inutilmente : il re di Prussia era irritato contro gli emigrati, perchè avevanlo gettato in un’ impresa funesta e vergognosa pel suo esercito. Già il generale Kalkreuth era entrato in negoziazioni con Dumourier,ed i Prussiani cominciavano la ritirata, seguiti alla coda dai Francesi, ina non però mai inquietati: sembrava questa una segreta condizione del trattato fra i due generali nemici. La convenzione nazionale si raccolse al 21 settembre 1792, e si disperse l’assemblea legislativa, i membri della quale che non ebbero il pericoloso onore di venir rieletti , s’ allìettarono a fuggir eia Parigi, cd a cercare nel fondo della Francia un rifugio contro le spaile assassine. La convenzione cominciò tosto a deliberare: Pethion venne nominato presidente ; Manuel propose fossero attaccati nuovi onori a questa funzione, ma la domanda venne scartata con mormorazioni dell’assemblea. Collot-d'llerbois propose l’abolizione del dominio regio, ed ottenne i più vivi applausi: i girondini, trasportati di gioia, quantunque amareggiati nel vedersi rapito il premio dei lavori loro da un assassino del 2 settembre, alzavansi tosto, e gridavano ai voti\ e il duca d’Orleans, a cui un tale entusiasmo toglieva la speranza di raccogliere il frutto de’suoi delitti, allettava pure la più grande soddisfazione. Alcuni deputati però vollero si importante deliberazione fosse intrapresa con calma e con solennità: uno di essi giunse perfino a dire sarebbe forse conveniente di sottoporla alla nazione; un oratore rispondevagli incominciando a delincare un quadro dei delitti di tutti i re della terra, e Ducos, il più giovane dei girondini, interrompeva quest’ultimo dicendo bastare i delitti di Luigi XVI per far proclamare abolito il reale potere: il corrispondente decreto veniva tosto emanato. I due lati della sala, benché fra loro nemici, echeggiavano del grido